30 dicembre 2009

MAXI VERTICI E COSTI SPROPOSITATI

Alcune agenzie stampa ben informate indicano in 45.000 le persone che hanno viaggiato per partecipare al summit di Copenhagen, speranzose che fosse il luogo e l’evento dove il nuovo Trattato sul clima avrebbe visto la luce.
Risultati tangibili non sono stati raggiunti anche perchè i paesi più influenti non vogliono più un accordo globale, ma preferiscono incontri con numero limitato di partecipanti e posizioni pre-confezionate. Inoltre è stato osservato come il sistema politico americano imponendo il consenso del Congresso su ogni impegno internazionale di fatto blocca l’autonomia del Presidente pro-tempore. Anche la politica dell’Unione Europea è stata deficitaria: avrebbe potuto bocciare la proposta USA, appoggiando con forza la posizione “o un accordo serio o niente”, ottenendo almeno il consenso dei paesi non industrializzati e invece niente di questo è avvenuto.
Un vertice dai maxi costi e dai mini risultati.

Come contribuire ad uscire dall'impasse:

-indicare i Paesi che devono ridurre le emissioni di gas serra e non lo fanno

- organizzare campagne informative per non comperare prodotti provenienti da tali Paesi

- spiegare ai consumatori nei vari paesi che potrebbero, con qualche piccolo costo personale, punire gli inquinatori e non far dormire più sonni tranquilli ai loro governi.

27 dicembre 2009

SCENARI E DECISIONI NON PARTECIPATIVE...

Firma e fai firmare la petizione per creare un Centro regionale di compostaggio per la frazione organica.

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Lettera aperta - Confronto negato su temi importanti.

Scenari in materia di smaltimento rifiuti in Valle d’Aosta (pirogassificatore) e decisioni non partecipative.

La democrazia partecipativa attribuisce a tutti i cittadini livelli di responsabilità e consapevolezza maggiori, consentendo loro di essere coinvolti nelle varie fasi del processo decisionale, che per sua natura è dialettico e dinamico e consente di interagire in un confronto continuo fra le idee in campo e gli scenari possibili. Dispiace prendere atto del mancato radicamento nelle nostre istituzioni dell’abitudine al confronto nei processi decisionali importanti come quelli che riguardano le grandi opere pubbliche o la gestione dei rifiuti, materia in cui, scelte sbagliate, possono incidere direttamente sulle tariffe e quindi sul portafoglio dei cittadini. Pur se il dibattito pubblico non è la sede in cui assumere decisioni che spettano ai vari decisori politici (sindaci, Comunità montane, giunta regionale), non consentire una modalità di confronto in vista di decisioni importanti è un segnale negativo. Esistono rappresentanti di comitati (Comitato Rifiuti Zero Vda) e di associazioni (Legambiente vda, Codacons vda, ecc.) attivi sul tema specifico, che non sono stati coinvolti, neppure attraverso l’Osservatorio regionale sui rifiuti.
Compiono, invece, un buon lavoro quelle amministrazioni pubbliche che riescono attraverso processi di progettazione condivisa a coinvolgere tutti le parti attive presenti sul proprio territorio.

Andrea Piccirilli
Aosta


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La difficile costruzione delle regole sulla sussidiarietà
Tocca agli operatori del diritto rispondere alla chiamata


da www.labsus.org Lunedì 28 Dicembre 2009 | Fabio Giglioni

Un punto di domanda ricorrente tra i cittadini che intendono avvalersi del principio di sussidiarietà orizzontale continua a restare quello relativo alle regole da seguire. Il principio, infatti, comincia a essere conosciuto, ma permangono incertezze sulle modalità da far valere concretamente. E tali dubbi pervadono anche amministratori e dirigenti che, a fronte di un principio costituzionale abbastanza preciso, si trovano poi ad applicare istituti e regole che spesso contrastano con quei principi e, di fronte all’incertezza e alle responsabilità che ne conseguono, preferiscono percorrere strade già conosciute.
L’atto giuridico più idoneo a regolare la sussidiarietà è il negozio volontario
Il contrasto tra principi e regole concrete da applicare negli ordinamenti liberali e democratici deve trovare un’armonizzazione negli interventi del legislatore o della giurisprudenza. Il legislatore può intervenire dando una concreta applicazione del principio che s’intende far valere costruendo un sistema di regole appropriato, abrogando quelle in contrasto o innovandole. La voce flebile del legislatore...Qualcosa è stato fatto in questo senso negli anni più recenti e la sezione norme di questa rivista lo dimostra. Tuttavia è fin troppo evidente che gli interventi del legislatore si concentrano in specifici settori, innovando su alcune politiche. Interventi generali e generalizzanti sono difficili da rintracciare e, perfino, da ipotizzare: la fattispecie dell’articolo 118, comma 4 della Costituzione è, infatti, così ampia che la definizione di regole valide per ogni circostanza appare un’impresa quasi impossibile. E anche se si tentasse questa via si avrebbero due inconvenienti: il primo consisterebbe nel rischio di ridurre gli spazi di autonomia di istituzioni e cittadini che, invece, costituiscono il presupposto indefettibile delle relazioni di sussidiarietà (al massimo, il legislatore potrebbe intervenire per definire un metodo di confronto più che dei contenuti veri e propri come ha fatto la regione Toscana); il secondo sarebbe quello di accrescere, paradossalmente, lo stato di incertezza dell’applicazione del principio dal momento che la generalizzazione delle regole amplia il grado di astrattezza entro cui far ricadere le fattispecie concrete, cosicché ci si domanderà sempre se siano proprio quelle fattispecie rivendicate dai cittadini a dover essere interpretate secondo le regole astratte costruite (si pensi in proposito all’applicazione dell’istituto della dichiarazione di inizio attività che ha avuto positivo seguito solo quando è applicato in specifici settori dove vi è una disciplina di riferimento che richiama questo istituto e che invece ha avuto scarso successo come applicazione dell’art. 19 della legge numero 241 del 1990 dove si aveva la pretesa di sostituirlo a qualsiasi procedimento di autorizzazione).Peraltro, fondandosi le esperienze di sussidiarietà su un’alleanza tra istituzioni e cittadini, è naturale supporre che l’atto giuridico che suggella per eccellenza questo fenomeno debba essere il negozio volontario (intese, patti, accordi comunque denominati), sicché sembrerebbe più logico aspettarsi che il legislatore concentri la propria attenzione sulla capacità di questi accordi di derogare alle ordinarie regole da seguire da parte degli amministratori definendo condizioni e campi di applicazione....e la penna incerta dei giudici L’altro strumento per elaborare un corredo di regole comuni che armonizzi il contrasto tra principi nuovi e istituti già vigenti è, come detto, la giurisprudenza. Tale constatazione è vera in generale e tanto più nel diritto amministrativo che proprio dalla giurisprudenza trova origine e alimento; oltretutto, nel caso specifico, il contributo della giurisprudenza è quanto mai auspicabile proprio in ragione dei limiti che il legislatore incontra. Su questo piano si può constatare che la giurisprudenza amministrativa riconosce al principio una valenza giuridica propria, come autorevolmente riconosciuto di recente dal Consiglio di Stato nella sentenza numero 6094 del 2009. Ciononostante il contributo della giurisprudenza alla costruzione delle regole da applicare è ancora scarso e ciò sembrerebbe principalmente dovuto alla pretesa di privilegiare una sola delle due letture possibili del principio. Del resto, la stessa giurisprudenza amministrativa (vd. la sentenza del TAR Sardegna numero 2407 del 2007) ha chiarito che il principio può essere declinato positivamente o negativamente. Positivamente, il principio dovrebbe essere utilizzato per legittimare una distribuzione asimmetrica delle risorse pubbliche per favorire solo i cittadini che abbiano intrapreso iniziative che soddisfino interessi generali; negativamente, il principio verrebbe invocato per delimitare la sfera d’intervento dei poteri pubblici in favore dei privati che vedono ampliata la propria o comunque preservata da interventi restrittivi delle autorità pubbliche. La prima declinazione appare particolarmente problematica perché potenzialmente in contrasto con alcuni principi cardini del diritto amministrativo: il principio di legalità, il principio di imparzialità e con quelli che reggono la responsabilità dei dipendenti pubblici; la seconda declinazione si modella su una visione tradizionale dei rapporti tra poteri pubblici e soggetti privati che ricalca lo schema del paradigma bipolare del diritto amministrativo. È probabilmente questa la ragione per cui la giurisprudenza, sebbene non neghi la possibile doppia lettura del principio, finisca per privilegiare solo la seconda.Da un punto di vista giuridico l’interpretazione negativa del principio può poggiare su basi giuridiche più solide ma, allo stesso tempo, si può ben dire che si tratta di una scelta riduttiva della valenza del principio. Per quanto sia vero, infatti, che l’interpretazione positiva del principio apra una serie di problemi con istituti tradizionali del diritto amministrativo, la circostanza che il principio sia sancito in sede costituzionale obbliga comunque gli interpreti ad adeguare la lettura di quel principio con gli altri menzionati: si tratta di un’operazione difficile, ma che deve essere tentata per consentire un’applicazione fedele del dettato costituzionale. È proprio accettando questa sfida che sarà possibile costruire le regole che sembrano necessarie per dare più solida applicazione al principio.E la dottrina?In questo senso sarebbe anche auspicabile un supporto maggiormente costruttivo della dottrina che dovrebbe contribuire a creare le premesse culturali necessarie a sostenere interpretazioni più coraggiose da parte della giurisprudenza, come anche è avvenuto in passato. Tanto più che a ben vedere qualche piccolo spiragliointeressante la giurisprudenza lo ha fatto intravedere in passato (ad esempio nella sentenza del TAR Liguria numero 1479 del 2003).È necessario intraprendere azioni concrete di contaminazione tra dottrina e giurisprudenza affinché il principio possa dotarsi di quelle regole che rendano più sicure le iniziative dei cittadini: in gioco non sono solo gli interessi di qualche gruppo, particolarmente meritevole, ma gli interessi di chi abbia a cuore la qualità stessa della nostra democrazia.

24 dicembre 2009

E' NATALE ...

E’ Natale ogni volta
che sorridi a un fratello
e gli tendi la mano.

E’ Natale ogni volta
che rimani in silenzio
per ascoltare l’altro.

E’ Natale ogni volta
che non accetti quei principi
che relegano gli oppressi
ai margini della società.

E’ Natale ogni volta
che speri con quelli che disperano
nella povertà fisica e spirituale.

E’ Natale ogni volta
che riconosci con umiltà
i tuoi limiti e la tua debolezza.

E’ Natale ogni volta
che permetti al Signore
di rinascere per donarlo agli altri.



Madre Teresa di Calcutta



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19 dicembre 2009

SMALTIMENTO RIFIUTI: CONFRONTO PUBBLICO SOLO PER VOLONTA' DEI CITTADINI E NON DELL'AMMINISTRAZIONE

Firma e fai firmare la petizione per un nuovo centro di compostaggio per la frazione organica.

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Per facilitare la comprensione dell'intera vicenda, si tratteggiano alcuni passaggi cruciali avvenuti prima della riunione del 14 dicembre 2009 in cui il componente delle associazioni ambientaliste (Fabrizio Roscio) ha sollevato il nocciolo del problema: la mancata volontà di confronto preventivo.

Ecco alcuni fatti degni di nota:

La scelta in merito al nuovo scenario che si prospetta in materia di smaltimento rifiuti(pirogassificazione) non è stata condivisa ma neppure veicolata nelle varie possibili sedi di confronto (riunioni pubbliche, audizioni pubbliche della competente commissione consiliare, ecc...) prima dell'approvazione della delibera in questione adottata in data 1 Dicembre 2009.

Appare evidente che il gruppo di lavoro tecnico, volutamente tenuto "ristretto" per volontà politica da parte dell'Assessorato Territorio e Ambiente, aveva tutti i dati a disposizione già a partire da Settembre 2009.

Il documento riepilogativo riferito alla consulenza esterna è stato ufficialmente depositato il 24 novembre 2009 ma, diciamolo pure, la direzione di marcia era già stata indicata nelle precedenti riunioni intelocutorie nel corso dell'estate e dopo varie riunioni avvenute presso la Presidenza della Giunta.
Appare evidente, quindi, la non volontà di confronto preventivo sulla materia.

Di sicuro avrà luogo, per volontà dei cittadini e delle associazioni interessate un confronto successivo, ma di sicuro non per volontà dell'Amministrazione Pubblica.

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dal notiziario ansa-aosta del 14 dicembre 2009

RIFIUTI: VDA, ASSOCIAZIONI CONTESTANO LAVORI OSSERVATORIO
"L'Osservatorio regionale sui rifiuti non risponde ai requisiti di luogo di discussione e di autentico confronto". Motiva così Fabrizio Roscio, rappresentante dei movimenti ambientalisti (Amici della Terra, Gruppo locale Wwf, Legambiente e Terra Nouva) all'interno dell'organismo istituzionale, l'abbandono del tavolo di lavoro convocato nella mattinata di oggi nella sede dell'assessorato regionale al Territorio e Ambiente.
Roscio lamenta il fatto che "le associazioni non siano state consultate e coinvolte nella stesura del primo rapporto sulla gestione dei rifiuti in Valle d'Aosta", presentato nella riunione di oggi. Sotto accusa il metodo di lavoro: "I documenti tecnici necessari - spiega Roscio - per fornire pareri utili all'adozione di atti amministrativi non vengono preventivamente discussi e alle riunioni partecipano con diritto di parola funzionari dell'assessorato estranei all'Osservatorio, mentre a noi non è permesso avvalerci in riunione di consulenti".
Sulla stessa lunghezza d'onda il vicepresidente regionale di Legambiente, Alessandra Piccioni, che sottolinea: "La decisione scaturisce dal disagio manifestato dal nostro rappresentante di fronte allo svolgersi dei lavori dell'Osservatorio che, senza un confronto, si svuota di contenuti e di senso".


RIFIUTI: ZUBLENA, NON CONDIVIDO MOTIVAZIONI ABBANDONO
"Alla luce del battage mediatico di questi giorni l'abbandono non mi stupisce. Ne prendo atto con rammarico, ma non condivido le motivazioni". Così l'assessore regionale al Territorio e Ambiente, Manuela Zublena, commenta la decisione da parte delle associazioni ambientaliste di ritirare il loro rappresentante dall'Osservatorio regionale sui rifiuti.
"L'Osservatorio - aggiunge l'assessore - resta un punto di riferimento per il confronto e il dialogo soprattutto in un momento in cui si sta definendo un nuovo scenario per la gestione dei rifiuti e si sta entrando nel vivo dell'operatività. Ritengo che i contributi debbano andare oltre l'asettica consegna di documenti da visionare e le contestazioni. Per l'organizzazione della Settimana europea per la riduzione dei rifiuti abbiamo tutti lavorato in sinergia e i risultati sono stati positivi".
Di "motivazioni pretestuose e posizioni preconcette" parla invece Rosina Rosset, rappresentante della associazioni dei consumatori nell'Osservatorio: "Sulle problematiche importanti le associazioni ambientaliste rifiutano il confronto, mentre si aggrappano alla forma. Con loro non è mai stato possibile il dialogo anche se più volte abbiamo tentato questa strada".

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Dal quotidiano "La stampa - Pagine della valle d'aosta " del 15 Dicembre 2009

POLEMICA.LE ASSOCIAZIONI CONTRO LA REGIONE: «MANCA IL CONFRONTO»
Rifiuti, ambientalisti in rivolta. No all’impianto di pirolisi, abbandonata la riunione dell’Osservatorio.

La riunione dell’Osservatorio dei rifiuti era cominciata da poco più di 20 minuti, quando Fabrizio Roscio, rappresentante delle associazioni ambientaliste, ha letto un documento: «Manca un autentico confronto, me ne vado». Roscio ha parlato a nome di Amici della Terra, del Gruppo locale Wwf, di Legambiente e Terra Nouva. «L’Osservatorio dovrebbe essere la sede per esprimere pareri - ha continuato Roscio dopo aver lasciato la riunione - ma solo oggi ho visto il primo Rapporto sulla gestione dei rifiuti, già stampato». Risponde l’assessore all’Ambiente Manuela Zublena: «Non capisco perché si abbandona la discussione quando si sta definendo un nuovo scenario per la gestione dei rifiuti. Anche il primo Rapporto riguarda lo stato dell’arte, siamo aperti alle osservazioni». Quando Roscio ha lasciato la riunione, la rappresentante dei consumatori Rosina Rosset ha detto: «E’ un rifiuto del confronto. Abbiamo provato a dialogare con loro, ma ci siamo trovati di fronte un muro».
La polemica non riguarda solo le questioni procedurali. Sul piatto c’è anche la scelta fatta dalla giunta regionale di puntare sulla pirolisi e la gassificazione per i rifiuti indifferenziati. «Cito studi internazionali - dice Roscio - l’80 per cento degli impianti è in Giappone. In Italia solo situazioni sperimentali. Mancano le condizioni di sicurezza e le garanzie per la sostenibilità economica».
Durante la riunione dell’Osservatorio, il direttore dell’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente Giovanni Agnesod ha spiegato i contenuti di uno studio di Diana Cout per mettere a confronto vari possibili scenari.
E’ stato scartato il «Thor», tecnologia per la produzione di combustibile da rifiuto messa a punto dal Centro nazionale ricerche. «Interessante, ma non presenta sufficienti garanzie». Così come è tramontata l’ipotesi di usare il combustibile da rifiuto in impianti di teleriscaldamento già esistenti o in costruzione in Valle, perché bisognerebbe rifare i progetti. La scelta è caduta sulla pirolisi e la gassificazione (che producono gas di sintesi utilizzabile come combustibile) perché un inceneritore classico è sostenibile solo usando almeno 100 mila tonnellate di rifiuti l’anno, più del doppio dell’indifferenziata della Valle.
«La pirolisi è un sistema innovativo - ha detto ancora Agnesod - in Europa ci sono impianti in Germania e Islanda. E’ adattabile a quantità inferiori di rifiuti, riduce le emissioni in atmosfera». Ha aggiunto Agnesod: «Gli impianti di pirolisi sono soggetti per legge alle normative di abbattimento delle emissioni previste per gli inceneritori. Ma questo non vuol dire che faremo un inceneritore, le tecnologie sono molto diverse. E’ una garanzia di tutela ambientale».
In media i valdostani producono 600 chili di rifiuti l’anno a testa. «E’ importante - ha detto l’assessore all’Ambiente del Comune di Aosta, Delio Donzel - evitare che il nuovo impianto tratti la maggior quantità di materiale possibile, vanificando le politiche di contenimento dei rifiuti». Risposta di Zublena: «Gassificazione e pirolisi consentono di migliorare l’efficienza del sistema».


Lettera aperta - Confronto negato su temi importanti.

Scenari in materia di smaltimento rifiuti in Valle d’Aosta (pirogassificatore) e decisioni non partecipative.

La democrazia partecipativa attribuisce a tutti i cittadini livelli di responsabilità e consapevolezza maggiori, consentendo loro di essere coinvolti nelle varie fasi del processo decisionale, che per sua natura è dialettico e dinamico e consente di interagire in un confronto continuo fra le idee in campo e gli scenari possibili. Dispiace prendere atto del mancato radicamento nelle nostre istituzioni dell’abitudine al confronto nei processi decisionali importanti come quelli che riguardano le grandi opere pubbliche o la gestione dei rifiuti, materia in cui, scelte sbagliate, possono incidere direttamente sulle tariffe e quindi sul portafoglio dei cittadini. Pur se il dibattito pubblico non è la sede in cui assumere decisioni che spettano ai vari decisori politici (sindaci, Comunità montane, giunta regionale), non consentire una modalità di confronto in vista di decisioni importanti è un segnale negativo. Esistono rappresentanti di comitati (Comitato Rifiuti Zero Vda) e di associazioni (Legambiente vda, Codacons vda, ecc.) attivi sul tema specifico, che non sono stati coinvolti, neppure attraverso l’Osservatorio regionale sui rifiuti. Compiono, invece, un buon lavoro quelle amministrazioni pubbliche che riescono attraverso processi di progettazione condivisa a coinvolgere tutti le parti attive presenti sul proprio territorio.

Andrea Piccirilli
Aosta

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Il Pirogassificatore conviene? Risolve?
In termini di costi/benefici, conviene costruire un pirogassificatore impegnando nei prossimi anni decine di milioni di euro per smaltire, a partire dal 2016, il 40% dei materiali da riciclo che attualmente affluiscono in discarica (con costi contenuti) che corrispondono a circa 45.000 t/a.
Non esiste altro modo per raggiungere e persino superare lo stesso obiettivo?
Alcune recenti valutazioni effettuate dal Centro riciclo materiali - Vedelago evidenziano che le opzioni tecnologiche con benefici sociali netti o con costi minimi sono quelle riconducibili al miglioramento del riciclo completo dei materiali da RSU (Rifiuti Solidi Urbani).
Siamo convinti che sia molto importante continuare ad usare risorse pubbliche per potenziare i centri di ricerca e partecipare a programmi nel campo del riciclo dei materiali.
Quindi ad oggi non si sa se si riuscirà a costruirlo, né a che prezzo potrà essere realizzato e neppure quali saranno i costi di gestione e manutenzione. Insomma un'altro "trenino di Cogne" potenziale è imminente...
In ogni caso c'è da augurarsi che non si segua lo stesso meccanismo delle nuove centrali nucleari italiane, in cui uno dei produttori coinvolti nel progetto europeo ha dovuto ammettere che il cantiere apposito ha già prodotto 2,7 miliardi di perdite, destinate ancora a crescere, e superare così il prezzo di vendita (3 miliardi) del reattore stesso.
Come cittadini, affetti o meno dalla sindrome Nimby, ribadiamo che le alternative esistono, come ha dimostrato la stessa Carla Poli ad Aosta qualche mese or sono. Sicché ripetiamo la domanda: il pirogassificatore conviene? Risolve?

12 dicembre 2009

SMALTIMENTO RIFIUTI: SCENARI E DOCUMENTAZIONE

Curiose coincidenze...

Nei giorni scorsi a Trento è stato approvato un progetto di massima per la costruzione di un inceneritore.

L’impianto avrà una potenzialità massima di 103.000 tonnellate all’anno, il costo stimato sarà di 101 milioni di euro (iva esclusa) e la tecnologia proposta dovrà essere già stata applicata in tre impianti funzionanti in Europa, Svizzera compresa.

Durata della concessione: se lo studio di fattibilità indica una durata massima di 24 anni (di cui quattro per la realizzazione dell’impianto), la delibera introduce "la facoltà, in sede di gara, di proporre una riduzione per il termine della fase gestionale dell’opera fino al limite minimo di 15 anni".

Elenco delle garanzie e dei requisiti richiesti ai partecipanti alla gara d’appalto:

Essere in possesso della certificazione ambientale Uni En Iso 14001, una garanzia che il concorrente operi secondo regole, criteri e procedure particolarmente rispettose dell’ambiente e metta in atto all’interno della propria organizzazione aziendale un sistema di gestione ambientale volto a minimizzare l’impatto dell’impianto.

Viene chiesta una polizza indennitaria decennale e una polizza per responsabilità civile verso terzi "a copertura dei rischi di rovina totale o parziale dell’opera o dei rischi derivanti da gravi difetti costruttivi.

Presentare varie cauzioni per garantire l’affidabilità dell’offerta e
della società.

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Analisi della gestione ciclo rifiuti in valle d'aosta e relativo audit civico.


Audit
Esame sistematico ed indipendente mirato a stabilire se le attività svolte per la qualità ed i risultati ottenuti sono in accordo con quanto stabilito, e se quanto stabilito viene attuato risulta idoneo al conseguimento dell’obiettivo.

Analisi civica
Sistema di attività messe in atto dai cittadini per definire, comunicare e far valere il proprio punto di vista circa le questioni di rilevanza pubblica e sociale, per esempio la gestione del ciclo dei rifiuti

Audit civico
Analisi critica e sistematica dell’azione poste in essere nell’ambito della gestione di un servizio per la collettività (per es. gestione del ciclo dei rifiuti) promossa dalle organizzazioni civiche


Le principali fasi dell’audit civico:
- raccolta dati e monitoraggio attività poste in essere
- elenco contenente i risultati più significativi derivanti dal monitoraggio;
- le aree critiche e i punti di forza
- le possibili azioni di miglioramento
- rapporto redatto al termine della visita

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Ecco le principali richieste inoltrate in data 11 novembre 2009 agli uffici competenti dell'Assessorato Regionale Territorio e Ambiente - Loc. Grand Chemin, 34 - St Christophe - 11100 - Aosta - riscontrate, per alcuni argomenti, con nota del 4 Dicembre 2009.

Si chiede di poter prendere visione dei seguenti documenti:

- Documentazione utile ad evidenziare il costo annuale a carico dei cittadini del servizio gestione rifiuti (raccolta, gestione e smaltimento)

- Documentazione e costi in dettaglio relativi all'ampliamento della discarica

- Convenzione con Valeco spa (gestione discarica di Brissogne e Pontey) e costi sostenuti a partire dal 2006

- Convenzione Conai con suddivisione quantità e qualità di materiale conferito e relativi introiti a partire dal 2006

- Somme introitate dalla vendita del compost derivante da ramagli e sfalci di verde dal 2006 nonchè le quantità giacenti a dicembre 2008.

- Somme introitate dalla vendita di biogas proveniente dalla discarica regionale di Brissogne a partire dal 2006

- Verbali e temi trattati nel corso delle riunioni dell'Osservatorio regionale dei rifiuti a partire dalla sua costituzione. (4 riunioni nel corso del 2009)

- Ogni altra documentazione utile riguardante la gestione dell’intero ciclo di gestione dei rifiuti


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Link al sito regione.vda.it in cui sono pubblicati alcuni studi comparati sulla gestione rifiuti in valle >>>

Studio commissionato dalla regione e prodotto all'Amministrazione in data 24 novembre 2009 dal titolo:
Individuazione delle migliori tecnologie innovative per la realizzazione di impianti di pretrattamento finalizzati alla produzione di cdr di qualità ad oggi esistenti e non finalizzato all'individuazione del miglior scenario adatto alla Valle d'Aosta. >>>

11 dicembre 2009

INTERNET: "LIBERO" WIFI IN "LIBERA" REGIONE.

Riceviamo e ben volentieri pubblichiamo:

Amici del Viale favorovele ad iniziative private o pubbliche per un libero WiFi

Il 31 dicembre 2009 sono in scadenza alcune disposizioni del cosiddetto Decreto Pisanu (”Misure urgenti per il contrasto del terrorismo internazionale”) che assoggettano la concessione dell’accesso a Internet nei pubblici esercizi a una serie di obblighi quali la richiesta di una speciale licenza al questore.

Lo stesso Decreto, inoltre, obbliga i gestori di tutti gli esercizi pubblici che offrono accesso a Internet all’identificazione degli utenti tramite documento d’identità.

Queste norme furono introdotte per decreto pochi giorni dopo gli attentati terroristici di Londra del luglio 2005, senza alcuna analisi d’impatto economico-sociale e senza discussione pubblica. Doveva essere provvisoria, ed è infatti già scaduta due volte (fine 2007 e fine 2008) ma è stata due volte prorogata.

Si tratta di norme che non hanno alcun corrispettivo in nessun Paese democratico; nemmeno il Patriot Act USA, approvato dopo l’11 settembre 2001, prevede l’identificazione di chi si connette a Internet da una postazione pubblica.

Tra gli effetti di queste norme, ce n’è uno in particolare: il freno alla diffusione di Internet via Wi-Fi, cioè senza fili. Gli oneri causati dall’obbligo di identificare i fruitori del servizio sono infatti un gigantesco disincentivo a creare reti wireless aperte.

Non a caso l’Italia ha 4,806 accessi WiFi mentre in Francia ce ne sono cinque volte di più.

Questa legge ha assestato un colpo durissimo alle potenzialità di crescita tecnologica e culturale di un paese già in ritardo su tutti gli indici internazionali della connettività a Internet.

Nel mondo la Rete si apre sempre di più, grazie alle tecnologie wireless e ai tanti punti di accesso condivisi liberamente da privati, da istituzioni e da locali pubblici: in Italia invece abbiamo imposto lucchetti e procedure artificiali, contrarie alla sua immediatezza ed efficacia e onerose anche da un punto di vista economico.

Questa politica rappresenta una limitazione nei fatti al diritto dei cittadini all’accesso alla Rete e un ostacolo per la crescita civile, democratica, scientifica ed economica del nostro Paese.

Per questo, in vista della nuova scadenza del 31 dicembre, chiediamo al governo e al parlamento di non prorogare l’efficacia delle disposizioni del Decreto Pisanu in scadenza e di abrogare la previsione relativa all’obbligo di identificazione degli utenti contribuendo così a promuovere la diffusione della Rete senza fili per tutti.

10 dicembre 2009

TRENTINO: AMMINISTRATORI LOCALI DIFFIDATI...

Riceviamo dagli amici del Trentino e volentieri pubblichiamo

Al Sindaco del Comune di Trento
Alessandro Andreatta
Via Belenzani 19
38122 TRENTO

Al Presidente della Provincia di Trento
Lorenzo Dellai
Piazza Dante 15
38122 TRENTO

Oggetto: Decisioni, studio di fattibilità e bando di gara per la costruzione dell'impianto di incenerimento dei rifiuti previsto a Trento in località Ischia Podetti. Diffida e preavviso di azione legale.


La scrivente Nimby trentino onlus, portatrice di interessi individuali, collettivi e diffusi, nonché di diritti soggettivi anche costituzionalmente protetti con particolare riguardo al diritto fondamentale alla salute tutelato dall’art. 32 Cost. anche nell’interesse della collettività,

PREMESSO CHE

il Piano Provinciale di Smaltimento Rifiuti della Provincia di Trento - nell'aggiornamento vigente - prevede che venga realizzato un unico impianto di incenerimento dei rifiuti a servizio di tutta la Provincia e stabilisce in maniera vincolante le caratteristiche principali di tale impianto;

in applicazione dell'articolo 72 del DPGP 26.1.1987 il Comune di Trento ha dato corso alle attività preparatorie per la costruzione di un impianto di trattamento termico dei rifiuti a servizio di tutta la provincia di Trento, ubicato nella località di Ischia Podetti;

in particolare il Comune di Trento sta per pubblicare un bando di gara per individuare il contraente cui affidare l'elaborazione del progetto dell'impianto, il relativo studio di impatto ambientale e la successiva costruzione e gestione dell'impianto;

appare nella sostanza non conforme alla normativa vigente - come di seguito evidenziato - tutto il processo decisionale che ha portato ad individuare un impianto di incenerimento quale soluzione tecnologica unica indispensabile per la chiusura del ciclo dei rifiuti in Provincia di Trento;

tale processo decisionale - proprio per non aver tenuto conto delle indicazioni delle disposizioni comunitarie e nazionali vigenti in materia di prevenzione e precauzione - presenta non solo vizi di legittimità che saranno fatti valere nelle sedi opportune ma anche e soprattutto (per quanto attiene al contenuto della presente diffida) vizi sostanziali relativi alla mancata acquisizione e valutazione di tutte le conoscenze disponibili sia in materia di assetti tendenziali della gestione dei rifiuti in Trentino sia in materia di danni potenziali alla salute umana e all'ambiente derivanti dall'esercizio di un impianto di incenerimento di rifiuti con le caratteristiche di quello programmato;

di conseguenza i destinatari in indirizzo potrebbero risultare responsabili di reati e di danni civili di diversi tipi e natura la cui rilevanza sarà fatta in ipotesi valutare dalle autorità competenti, con l'eventuale conseguenza di richieste personali di risarcimenti adeguati…
[...]
Si intimano pertanto le amministrazioni in indirizzo, ciascuna per quanto di diretta competenza:

- alla immediata sospensione in via di autotutela di ogni decisione preordinata alla realizzazione del citato impianto ed alla pubblicazione del bando di gara. Tutto ciò a tutela della pubblica amministrazione e per motivi di conservazione della salute pubblica, con necessità di riformulare il bando prevedendo una soluzione per la chiusura del ciclo dei rifiuti trentini non vincolata esclusivamente all'impiego di processi di recupero energetico mediante trattamenti termici e che comunque richieda ai concorrenti di elaborare progetti e studi di VIA imperniati su metodi, tecniche, modelli e dati scientifici aggiornati adeguati al caso;

- a prendere ogni altra iniziativa urgente per non permettere che si verifichi in futuro un danno praticamente certo alla salute pubblica della popolazione di Trento, della valle dell'Adige e di tutte le zone investite dalla propagazione delle emissioni dell'inceneritore e di non permettere quindi che si debba intervenire a posteriori, tardivamente, quando il danno sarà già consumato;

- a prendere atto che in mancanza di provvedimenti urgenti e certi la scrivente Associazione non mancherà di valutare se avviare direttamente e promuovere presso terzi ogni azione legale utile, ivi compresi tra gli altri un esposto alla Corte dei Conti per danno erariale, azione collettiva nella forma della class action e comunque richiesta personale di risarcimento integrale dei danni materiali, biologici, psichici e morali al primo verificarsi di conseguenze dannose per la salute della popolazione residente e per l'ambiente.

Si chiede riscontro scritto entro e non oltre il 31 dicembre p.v. con indicazione di eventuali interventi o soluzioni alternative, con l’intesa che in difetto di comunicazioni o di adeguate risposte saranno, senza ulteriore preavviso, intentate le vie giudiziali più opportune nei termini richiesti dai profili di interesse più sopra indicati e con riserva di ogni ulteriore azione e per ogni ulteriore aspetto anche qualora qui non espressamente richiamato.

Simonetta Gabrielli
Presidente Nimby trentino onlus
Trento, 10 dicembre 2009

6 dicembre 2009

GESTIONE RIFIUTI: APERTO UN TAVOLO DI CONFRONTO CON MOVIMENTI E PARTITI POLITICI

Il pirogassificatore non serve a niente... io riciclo saggiamente!

Quando il buon senso appartiene ai bambini. Leggi la letterina ... >>>

Firma e fai firmare la petizione per un nuovo centro di compostaggio per la frazione organica.


Ecco uno degli ultimi interventi di Carla Poli (Centro riciclo Vedelago)
"

Scarica il modulo nel blog precedente oppure qui >>>

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Continua l'attività di confronto e raccolta delle posizioni espresse dai movimenti e partiti politici presenti sul territorio regionale in merito al seguente tema: "gestione rifiuti e possibili miglioramenti all'intero ciclo di gestione dei rifiuti"

A tutti i movimenti e partiti politici presenti in Valle d'Aosta

Oggetto: Materiali da riciclo – Rifiuti – Iniziative in vista dell’aggiornamento piano regionale dei rifiuti (legge regionale 3 dicembre 2007, n. 31) , riduzione della produzione dei rifiuti, riciclo dei materiali e avvio della raccolta della frazione organica e del compostaggio domestico.


Il Comitato Amici del Viale della Pace unitamente ad altre associazioni di cittadini operanti sul territorio regionale hanno attivato una attività di monitoraggio/audit civico dell’intero ciclo di gestione dei rifiuti suddiviso in due fasi: 1) raccolta dati sul tema specifico 2) il confronto con i soggetti che possono concorrere alle decisioni in materia.

Nel corso dell’iniziativa sono già stati redatti alcuni report e documenti disponibili sull'apposito sito del Comitato a partire dalle notizie pubblicate dal mese di Agosto 2009. In questi giorni sta partendo la seconda fase che prevede l’apertura di un tavolo di confronto e dialogo con i movimenti e partiti politici.

Con l’occasione si chiede cortesemente di voler comunicare i nominativi e il recapito mail dei referenti all’interno della Vostra Organizzazione in modo da poter avviare gli opportuni contatti e di voler specificare se per la materia specifica sono stati redatti documenti, prese di posizione nel corso del 1 semestre 2009 oppure se siano state avanzate osservazioni o presentati ordini del giorno o semplici suggerimenti in materia di aggiornamento del piano regionale dei rifiuti di recente aggiornato con delibera del 25 giugno 2009 da parte del Consiglio regionale.

Si precisa, inoltre, che tutti i dati saranno pubblicati sul sito web al fine di favorirne la fruizione da parte della cittadinanza.

Si resta in attesa di un breve riscontro.

2 dicembre 2009

RACCOLTA FIRME: AL VIA LA PETIZIONE PER LA RACCOLTA DELL'ORGANICO

"L’inceneritore non serve, io riciclo saggiamente."

Quando il buon senso appartiene ai bambini. Leggi la letterina ... >>>

Firma e fai firmare la petizione per un nuovo centro di compostaggio per la frazione organica >>>


Raccogliendo l’organico si "innova" dal punto di vista ambientale e si risparmia dal punto di vista economico.

Raccogliendo l’organico si arriva in modo naturale a chiudere il cerchio del ciclo-rifiuti con un riciclo quasi completo introducendo alla frazione secca residua la tecnica innovativa del processo di estrusione CRRV (centro ricerca e riciclo Vedelago - Carla Poli).

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Puoi consegnare le firme ad una delle seguenti associazioni:
Comitato Rifiuti Zero VdA
Legambiente VdA
Amici del Viale della pace
Diritto al Futuro
Codacons
Adiconsum


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Immagini di un pirogassificatore