24 luglio 2010

Gestione della risorsa acqua. Domande meritevoli di riflessione...

Gestione dell'acqua e gestione dei rifiuti. Utili sempre ai privati?

Sono 1.402.035 le firme consegnate in Cassazione a Roma il 19 luglio 2010.

Il Comitato Promotore dei Referendum per l’acqua pubblica ha consegnato oltre un milione e quattrocentomila firme presso la Corte di Cassazione.
Un risultato che segna un passo importante nella storia della democrazia e della partecipazione in questo Paese. Nessun referendum nella storia repubblicana ha raccolto tante firme.

La sfida che il comitato promotore ha davanti è quella di portare almeno 25 milioni di italiani a votare tre “sì” la prossima primavera, quando si terrà il referendum contro la privatizzazione dei servizi idrici. Un risultato che oggi, alla luce del “risveglio democratico” a cui si è assistito nei mesi della raccolta firme, sembra assolutamente raggiungibile.

La richiesta immediata al Governo.
Emanare un provvedimento legislativo che disponga la moratoria degli affidamenti dei servizi idrici previsti dal Decreto Ronchi almeno fino alla data di svolgimento del referendum.

Chiediamo inoltre alle amministrazioni locali di non dare corso alle scadenze previste dal Decreto Ronchi.
Un milione e quattrocentomila firme rappresentano una delegittimazione di qualunque scelta tesa ad applicare il Decreto, a maggior ragione per quelle amministrazioni che vogliono addirittura anticiparne le scadenze.

Il prossimo appuntamento del popolo dell’acqua è il prossimo 18 e 19 di settembre, quando, probabilmente a Firenze, si terrà l’assemblea dei movimenti per l’acqua.

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Domande in materia di acqua pubblica. A voi una possibile risposta

"Se l'acqua appartiene al popolo, come dice Tremonti, perché allora sempre Tremonti dà il servizio idrico ai privati, facendogli fare i profitti sopra?

I referendum sono chiari e chiedono proprio che il servizio idrico non sia consegnato alle società per azioni e che dunque non ci siano profitti su di esso.

In quanto al fatto poi che il decreto Ronchi discende dal Trattato europeo e che su ciò non si può fare un referendum, consigliamo al ministro una rilettura più approfndita del testo legislativo. Scoprirebbe che l'Unione Europea lascia liberi gli Stati membri di legiferare in materia di servizi pubblici. Oppure potrebbe leggere la legislazione olandese che affida la gestione del servizio idrico solo a soggetti pubblici o andare a fare un giro a Parigi che l'ha ripubblicizzato dall'inizio di quest'anno.

Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua


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21 luglio 2010

ALBERI VIALE DELLA PACE - DA LUGLIO 2008 ASPETTIAMO NOVITA!

Dal mese di luglio 2008 gli abitanti del quartiere attendono un intervento di riqualificazione.

Circolano voci di un possibile piccolo stanziamento al riguardo.

Ad oggi nessuna comunicazione ufficiale è pervenuta al comitato.

In ogni caso stiamo raccogliendo altre foto relative alla zona.


Aspettiamo il vostro contributo al riguardo.


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10 luglio 2010

BRUCIARE LA PARTE ORGANICA NON E' CONVENIENTE...

Le associazioni Amici del Viale, Codacons Vda, Comitato Rifiuti Zero Valle d'Aosta, Diritto al futuro, Legambiente Vda comunicano che lunedì prossimo 12 luglio 2010 alle ore 10,30 una delegazione consegnerà le firme raccolte recante il titolo "Petizione popolare per un centro regionale di compostaggio e per la raccolta dell'umido in Valle d'Aosta", indirizzata al Presidente della Regione e ai Consiglieri regionali.

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La raccolta organizzata e il trattamento della frazione organica dei rifiuti urbani costituisce una condizione necessaria per raggiungere i livelli di raccolta differenziata stabiliti per legge, come emerge tra l'altro nel Rapporto sui rifiuti 2009 a cura dell'Osservatorio regionale preposto.

Al di fuori della nostra regione la pratica di separare l'umido dal restante rifiuto è consolidata, basti citare l'esperienza della provincia di Asti dove l'organico viene trasformato in compost di elevata qualità e ceduto per intero agli imprenditori agricoli. In Valle d'Aosta l'Amministrazione regionale non intende intraprendere la raccolta e il trattamento in un centro regionale dedicato e si limita a consentire il compostaggio domestico, pratica lodevole, ma scarsamente incisiva per la maggioranza della popolazione residente nei centri del fondovalle.

L'organico valdostano sarà destinato alla gassificazione, nonostante riduca l'efficienza dell'impianto, come spiegato dagli esperti, e come emerso nel convegno svoltosi ad Aosta il 18 giugno 2010.

Bruciare l'acqua si rivela un'azione intelligente unicamente per i nostri amministratori e per chi intende speculare sui certificati verdi concessi a chi brucia biomasse.

Le associazioni Amici del Viale, Codacons, Comitato Rifiuti Zero Valle d'Aosta, Diritto al futuro, Legambiente e oltre 1000 cittadini chiedono che la frazione organica dei rifiuti, venga raccolta e gestita nei modi previsti.




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5 luglio 2010

4 luglio 2010

DA PARMA AD AOSTA. CAMBIARE E' POSSIBILE...

Le ultime notizie dagli Amici di Parma

IL PIANO ALTERNATIVO ALL’INCENERITORE E’ INCONFUTABILE E REALIZZABILE, ORA
ALLE AMMINISTRAZIONI LA SCELTA SALVARE O BRUCIARE LA FOOD VALLEY?

Rifiuti zero: sogno idealistico o goal realizzabile?
Cambiare è possibile, basta volerlo.

Diciamo la verità sui rifiuti.
Abbiamo presentato alla Stampa ed alle Istituzioni il piano alternativo con l’analisi di fattibilità per la gestione dei rifiuti senza l’utilizzo di un inceneritore con un risultato semplice: si possono gestire i rifiuti senza incenerirli.
Il progetto si suddivide in 4 fasi: l'analisi di fattibilità, quella appena presentata, serve a verificare se esiste la possibilità di effettuare un progetto; il progetto preliminare, che esamina siti, logistica e primo dimensionamento degli impianti; il progetto definitivo e infine quello esecutivo.
Nell’analisi di fattibilità ci sono tutti gli elementi che dimostrano la fattibilità del progetto e tutte le tipologie dei rifiuti vengono affrontate con soluzioni alternative all'incenerimento, senza inquinare, senza bruciare.
La frazione umida dei rifiuti ad esempio, trattata con una digestione anaerobica e successivo compostaggio del digestato, diventa completamente inodore e non crea alcun problema, a differenza del compostaggio tal quale dell'organico come si fa ora (addirittura con sacchetti di plastica!). Questa soluzione non è stata ancora adottata nel nostro territorio, nonostante tutti gli esperti sicuramente interpellati.
Una frazione importante dei rifiuti come quella umida poteva già da anni essere fonte di reddito per la comunità ed invece viene trattata male e poi completamente esportata fuori provincia, dimostrando l'incapacità organizzativa del gestore.
Nell'analisi di fattibilità si pone l’accento su una raccolta differenziata il più possibile mono prodotto, in modo da avere maggiore facilità di recupero. E’ stato inoltre spiegato il trattamento meccanico dell'indifferenziato, confrontando i dati con quelli di altre località,in modo da avere un effettivo riscontro concreto e dimostrabile.
Le conclusioni inattaccabili emergono dalle tabelle presentate e a disposizione di tutti sul nostro sito web www.gestionecorrettarifiuti.it.
Tali cifre dimostrano che rimangono quantitativi da trattare inferiori alle ceneri residue inquinate prodotte dal forno, che andranno portate in discarica oppure come pensa Enia impiegate dai cementifici. Una soluzione quest’ultima che riporterà nelle case i veleni appena allontanati, sotto forma di mattoni intrisi di metalli pesanti e diossine. Come già succede in un cementificio vicino a Parma dove vengono impiegate le ceneri di Marghera per produrre laterizi. Le nostre case, ammalate dalle fondamenta.
Nel piano abbiamo potenziato l’utilizzo di estrusori, prevedendo 4 linee per trattare le plastiche non riciclabili, sullo stesso modello di Vedelago che, ricordiamo, senza alcuna sovvenzione pubblica, porta bilanci in attivo ed occupazione stabile. In questo modo non si brucia neppure un grammo della plastica che invece Enia intende convogliare al forno e la si fa ridiventare materia prima seconda (sabbia sintetica) ancora utilizzabile in svariati campi come lo stampaggio plastico.
La relazione presentata è scesa nel dettaglio di un progetto preliminare, anche se non abbiamo ancora individuato i siti, per ovvie ragioni di opportunità, in modo da poter condividere con le Istituzioni la o le località dove insediare gli impianti necessari.
Le tesi portate sono state elaborate da tecnici, Ingegneri e Chimici ambientali, appartenenti agli Ordini Professionali, che hanno lavorato nel settore. In estrema sintesi è un documento sensato, convincente, un'ottima base da cui partire.
Il problema dell'inceneritore di Parma non è il rifiuto urbano. Nel recente incontro avuto con i tecnici della Provincia di Parma
(tra i quali l’ing. Alifraco) è emersa la verità in tutta la sua drammaticità. Dopo decenni di mala gestione dei rifiuti oggi si pensa infatti di usare il forno per bonificare le discariche. Questa è la verità.
L'obiettivo degli Amministratori oggi a Parma, in particolare Vincenzo Bernazzoli, è quello di bruciare ogni anno, in stretto accordo con Andrea Allodi di Enia, decine di migliaia di tonnellate di rifiuti speciali, che oggi seguono altre strade, ma che verranno conferite al forno di Ugozzolo, e milioni di tonnellate di rifiuti di tutti i tipi, oggi sepolti nelle discariche.
Vediamo se avranno il coraggio di smentire quello che hanno affermato davanti a noi.
Con 15 milioni di tonnellate di rifiuti stoccati nelle discariche, c'è materiale da bruciare per 20 anni, anche senza rifiuti urbani.
Significa che ogni nostro sforzo di differenziare i rifiuti sarebbe vano.
In tal caso non ci sarebbe nessun vantaggio per la salute ad essere virtuosi in quanto se differenziassimo anche il 100% dei nostri rifiuti urbani, il forno brucerebbe 100% di rifiuti speciali, di ogni genere e provenienza.
Se i cittadini di Parma, le varie associazioni di produttori agricoli, di industriali, del comparto agro alimentare, dovessero accettare questa linea, allora arriverà il forno.
Ma che almeno sappiano la verità.
Se l’umanità, dopo aver capito qual è l'entità della distruzione che sta producendo, non fa qualcosa per cambiare si rende complice di una strategia della tragedia. Possiamo invece progettare e mettere in atto una strategia del cambiamento. Una svolta epocale ha bisogno di un Sindaco epocale. Potremmo portare sulle tavole di tutto il mondo, oltre al formaggio e al prosciutto, un nuovo
modo di pensare.
Il momento è arrivato!


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1 luglio 2010

COMUNICATO ANSA (2): LE COSE NON RIPORTATE CHE NON LEGGERETE SULLE VELINE UFFICIALI...

1) La regione Valle d'aosta non è riuscita a raggiungere i livelli di raccolta differenziata previsti per il 2009.

2) La produzione di rifiuti è in aumento.

3) La frazione organica nel rifiuto residuo si aggira intorno al 30% e per ora nessuna azione è stata prevista per raccogliere e trattare questa parte dei rifiuti.

4) Un esperto (Prof. Bilitewski) ha affermato che gli impianti di pirogassificazione non conseguono alcun recupero energetico e anzi il loro rendimento è nettamente inferiore rispetto agli altri impianti di termodistruzione. L'unico vantaggio consiste nella riduzione di volume del materiale trattato. Molti impianti di gassificazione sopno stati costruiti e chiusi entro un breve periodo a causa di difficoltà tecniche o economiche.

5) Un imprenditore del settore cemento (Sig. Buzzi) ha dichiarato di essere interessato ad acquisire nei suoi impianti il CdR (combustibile da rifiuto) valdostano ed eventualmente anche di utilizzare parte del materiale dell'attuale discarica di Brissogne. Attualmente i cementifici necessitano di grandi quantità combustibili di bassa qualità, per cui l'uso del CdR avrebbe ricadute positive sia dal dal punto di vista ambientale sia dal punto di vista economico.

Altre informazioni utili >>>

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