26 luglio 2011

CAVERI SUL FUTURO METODO DI SMALTIMENTO DEI RIFIUTI: SPERIAMO CHE LA SCELTA NON CI VENGA RIMPROVERATA DAI NOSTRI FIGLI"

Iniziamo oggi la pubblicazione di alcuni estratti degli interventi effettuati da parte di alcuni consiglieri regionali nel corso del dibattito che ha avuto luogo nel 2010.

Apriamo con l’intervento del consigliere regionale Luciano Caveri in merito al dossier “gestione dei rifiuti e del relativo trattamento” del 24 marzo 2010:

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Perché se oggi ci troviamo a dover risolvere questo problema, lo si deve anche al fatto che probabilmente tale questione dei rifiuti era stata complessivamente un po' sottostimata, mentre nel resto d'Europa si realizzavano degli impianti, io dico termovalorizzatori, perché ho visitato, anche quando ero Parlamentare europeo, tutti i Paesi europei e, tranne rarissime eccezioni, i termovalorizzatori ci sono dappertutto, anche in Paesi come quelli del nord Europa, che hanno una cultura ambientalistica assolutamente invidiabile, per non dire della vicina Svizzera, per non dire praticamente di tutti i Paesi che per tempo hanno saputo reagire a quella che è un'autentica emergenza.
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L'allora Assessore Cerise aveva presentato diversi scenari, quindi va detto che le opzioni conclusive che hanno lasciato il testimone a questa legislatura erano opzioni le più varie, compresa quella esterna.
Io non sarei così severo con i piemontesi, che ad un certo punto erano venuti a corteggiarci, perché era la Provincia di Torino, che erano venuti a dire: "facciamo l'amore, nel senso che faremo un termovalorizzatore nel Canavese, perché non compartecipate? Sapendo che però le normative europee vi obbligano a portarvi a casa poi le ceneri, che non possono essere depositate fuori Valle". Sappiamo che il Piemonte è in grave ritardo, la costruzione di queste strutture nella logica del "non nel mio cortile" è difficile, all'epoca i colleghi di Giunta ricorderanno che avevamo percorso diverse ipotesi, fra cui l'utilizzo del treno per lo spostamento dei rifiuti, perché corteggiati da una parte di Canavesani che erano interessati ad avere nel loro comune il termovalorizzatore.
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All'epoca è vero che si pensò allo smantellamento della discarica, ma non era una sindrome di follia che improvvisamente ci aveva colti: era invece la speranza che quella montagna - forse l'unica montagna della Valle d'Aosta che non ci piace, si potesse smantellare, perché così ci hanno detto i tecnici, che poi sono gli stessi che hanno fatto i carotaggi. I quali hanno detto che non si poteva più fare, perché la percentuale di materiale che si poteva bruciare non corrispondeva a quelle previsioni che avrebbero consentito di avere il termovalorizzatore. Ritengo che sarebbe stato interessante se si fosse potuto fare, ma prendo atto che non si può fare, lasceremo in eredità questa "bestiolina" che per anni produrrà gas, posta fra l'altro in una posizione imbarazzante per i turisti, che hanno un arrivo nella città di Aosta che è uno di quegli arrivi da dimenticare: hanno il carcere, hanno l'impianto dei rifiuti, hanno il trattamento delle acque… insomma non è gran che.

Devo dire che nel passato siamo anche riusciti a costruire una specie di anfiteatro che è vicino alla Torre delle comunicazioni, dove, se uno va, ha con grande desolazione una vista sull'insieme di queste strutture che sono uno dei biglietti da visita della nostra Valle.

Prendo atto della tecnologia (pirogassificazione) che viene proposta in quest'aula e la voterò.

Non ho nessuna competenza tecnica, mi sembra di capire che ha degli elementi di sperimentalità che porranno qualche elemento problematico rispetto a tecnologie molto più rodate, però mi affido alla scienza e alla conoscenza dei tecnici che abbiamo scelto, mi affido anche all'intelligenza dell'Assessore e alla competenza dei colleghi che, guidati dal Presidente Comé, hanno effettuato la visita nel Lazio ad un impianto di questo genere e che sono tornati abbastanza convinti rispetto a tale tema.

Credo che la scommessa che facciamo sia una scommessa importante, perché non è una scommessa a valere esclusivamente su di noi, ma anche sui nostri figli, sapendo che in termini ambientali il problema dei rifiuti è un problema complesso, probabilmente nessuno ha la bacchetta magica, forse un giorno verrà una soluzione tecnica assolutamente ecocompatibile, oggi un prezzo tutte le tecnologie lo devono pagare.

Ci si può poi baloccare se è meglio il freddo o il caldo, sopra o sotto, io ho l'impressione che grandissime certezze non ce ne siano, però una scelta va fatta, ci dobbiamo assumere una responsabilità e mi auguro che il voto di oggi non ci venga rimproverato dai nostri figli.

I dati oggi ci portano a dire che questa è la scelta migliore, auguriamoci che il voto che faremo questo pomeriggio possa consentire di avere una tecnologia in tempi rapidi, compatibilmente con i tempi di costruzione, per uscire dal giogo di questa montagna ormai dominata da corvi, cormorani e bestie di vario genere, che è un elemento che anche come odore è assolutamente degradante per la nostra comunità.


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24 luglio 2011

FERROVIA ED ELETTRIFICAZIONE DELLA LINEA IVREA-AOSTA: L'INTERVENTO DI FABIO PROTASONI

Ferrovia elettrificata la Regione sbaglia

La scelta della maggioranza regionale di non accogliere la proposta contenuta nella petizione sull’elettrificazione della linea ferroviaria Aosta-Torino ci lascia molto delusi. Non si tratta solo della sostanza di una scelta politica dalla quale traspare il disinteresse di alcuni partiti e del governo della regione per le attese e i bisogni di un numero grande di cittadini. Colpisce il metodo e gli argomenti che sono stati usati per giustificare una non scelta. Si è cercato di sostenere che il progetto presentato da Rfi, che di mestiere costruisce e gestisce reti ferroviarie, non fosse sufficientemente preciso e certo. La Giunta regionale e i consiglieri regionali, in Commissione, hanno avuto modo di ascoltare i vertici di Rfi e di visionare il progetto che, per la cronaca, conta centinaia di pagine di rilevazioni, disegni, prospetti e grafici redatti da ingegneri e tecnici specializzati. Un progetto, vale la pena ricordarlo, che ha già avuto il via libera della Verifica di impatto ambientale della Regione Piemonte, dal ministero dell’Ambiente e dei tecnici della stessa Regione Valle d’Aosta quantificando i tempi di realizzazione in 36 mesi e i costi in 87 milioni di euro. Non esiste, allo stato dell’arte, un progetto più avanzato e dettagliato per nessuna infrastruttura viaria in discussione. Ma tant’è… le competenze in politica, spesso, non sono valutate. Si arriva, così, al dogma che la semplice elettrificazione non è utile né sufficiente per le esigenze di una «moderna regione» come la nostra (conclusione opposta a quella della IV Commissione, dei sindacati, di Confindustria…) e ci si concentra sui sogni. La soluzione prospettata è di far passare un grande viadotto internazionale per il nostro territorio collegando la rete nazionale con la Svizzera e Martigny. Solo così, si è detto, ci saranno le risorse per ripensare anche il collegamento regionale con Torino e soprattutto sarà lo Stato italiano a metterci i soldi in uno scenario europeo… Sarebbe facile liquidare questa idea con il sarcasmo. Ma se la prendiamo sul serio le domande si moltiplicano a dismisura. Quanto costerebbe? Da dove passerebbe? C’è un progetto preliminare? Quanto tempo sarebbe necessario per la realizzazione (compresa, ovviamente, la tratta tra Aosta e Torino)? Sono stati presi contatti con il governo italiano e con quello svizzero? Le istituzioni comunali e regionali di Martigny e del Cantone Vallese sono state contattate? C’è un interesse dei territori coinvolti? C’è uno studio sulle potenzialità economiche, sui passeggeri previsti e sulle quantità di merci che si potrebbero trasportare? Ovviamente non ci sono risposte e allora la subordinata (che mantiene in vita sia il problema che la suggestione svizzera) è comprare i locomotori bimodali. Una soluzione «all’italiana» con buona pace della diversità valdostana, che spende decine di milioni di euro per una «toppa» che non risolve e che ci terremo per decenni. L’ultima chicca del Consiglio di giovedì 14, coerente con la cultura politica che ha generato le altre, è stata quella di proporre la chiusura della Aosta-Pré-Saint-Didier e di andare tutti in bicicletta. La politica è una cosa seria e se, a fronte di un problema strutturale e di interesse generale e ad una mobilitazione di cittadini e di forze sociali si fa finta di rispondere, evocando fantasie e sogni e spendendo inutilmente denaro pubblico, non si fa altro che certificarne il fallimento. Un grazie va dato a coloro (Partito Democratico, Alpe, Federazione della Sinistra, Italia dei Valori, Partito Socialista Italiano, Arci, Legambiente, Collettivo Studentesco, Filctem-Cgil, Codacons ed altri…) che in Consiglio e fuori hanno sostenuto l’idea di una ferrovia normale. Tutti i cittadini in altre sedi e in altre occasioni saranno chiamati a dare un giudizio politico su questa vicenda. Oggi rimane una occasione persa per noi e per i nostri figli.
Fabio Protasoni

intervento pubblicato su La Stampa ed vda del 22.7.11 rubrica la posta dei lettori.


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IPPOCASTANI VIALE DELLA PACE: ANCORA IN DIFFICOLTA' NONOSTANTE GLI INTERVENTI


la foto è riprodubicile citanto la fonte e il link al blog per esteso

Pubblichiamo la foto aerea della zona. Appare evidente la grande difficoltà da parte degli alberi rimasti. le nuove quattro piante di dimensione molto ma molto "mini" neanche si vedono. Nessun tipo dihttp://www.blogger.com/img/blank.gif ombra sarà possibile per molti, molti anni.

Molti cittadini che abitano in zona si chiedono se l'impianto di irrigazione sotterraneo sia in funzione?

Molti dubbi permangono sulla bonifica effettuata.

Ecco le prime foto. A breve verranno inserite le impressioni degli abitanti il quartiere.
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gestione rifiuti: Carla Poli interviene sulla situazione di Napoli

Napoli verso il riciclo totale si affida agli esperti giusti: Carla Poli è stata consultata ed ha fornito le prime indicazioni che saranno operative da settembre 2011
http://www.blogger.com/img/blank.gifhttp://www.blogger.com/img/blank.gif
vedi il video >>>

http://youtu.be/fcCmQ-9crpM?hd=1

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20 luglio 2011

GESTIONI RIFIUTI: L'INTERVENTO DI PAOLO FEDI

Riceviamo e ben volentieri pubblichiamo.

Gli eletti in Regione lontani dalla realtà.

Cosa avviene nella testa di una persona quando viene eletta in Consiglio regionale fino a fargli perdere il contatto con la realtà? Questo mi sono chiesto leggendo le esternazioni del consigliere Comé in seguito all’audizione di venerdì scorso con il comitato Vallevirtuosa sul tema della gestione dei rifiuti. Il presidente di commissione si è lamentato perché si erano presentati solo una ventina dei circa 50 componenti il Comitato, il venerdì mattina alle ore 9. Premesso che molti (tra cui il sottoscritto) erano in vacanza e quindi non ad Aosta, non sa forse che la gente normale a quell’ora della settimana lavora? Entrando nel merito dell’incontro, il consigliere regionale ha lamentato che i presenti non sono stati in grado di spiegargli convincentemente le caratteristiche del trattamento a freddo per i rifiuti che viene proposto in alternativa alla pirogassificazione. Ma si dimentica Comé che la petizione di Vallevirtuosa chiedeva proprio alla Regione di effettuare una reale comparazione tra i due scenari? Perché lo domanda ai proponenti come se fossero dei tecnici di settore? Se glielo spiegassero, si riterrebbe poi soddisfatto? Infine, Comé ha trovato strana la critica alla sua proposta di convocare alcuni degli 11 mila firmatari a caso per una audizione in Regione. Non reputa che questa sia una prassi irrituale? Che si configura come un atto intimidatorio? Si vuole forse ammonire il cittadino a non firmare più petizioni scomode? E poi, cosa pensa di chiedere ai firmatari, dal momento che la petizione domandava alla Regione di mettere due ipotesi a confronto: vuole forse chiedere anche a loro ragguagli tecnici sulla scelta alternativa a bruciare i rifiuti? Ma Comé non è l’unico confuso, di questi tempi. Penso all’assessore Zublena che ha aspramente criticato il dottor Vettorato per aver ammonito sui rischi per la salute che derivano da processi di combustione dei rifiuti: «Ognuno parli dei settori di sua competenza», ha affermato, come se la salute fosse tema da ingegneri e non da medici. E’ buffo che un’assessore, già dirigente della sezione Aria dell’Arpa, voglia farsi ricordare alle generazioni future come colei che autorizzò un impianto di termodistruzione in Valle, nonostante le molte evidenze scientifiche che ne sconsigliano la costruzione. Ancor più singolare che trascini in questa vicenda l’Arpa stessa, portandosi dietro a ogni incontro pubblico i tecnici dell’Agenzia per l’Ambiente per proporre la tecnologia contestata, piuttosto che lasciarli arbitri imparziali a garanzia dei cittadini. E infine una parola sul presidente Rollandin che boccia, prima ancora di discuterla in aula, la petizione degli 11 mila valdostani, bollando come «disinformati» tutti i firmatari che, appunto, in realtà solo chiedono un approfondimento della questione. «La scelta è già stata fatta» tuona, a voler rimarcare la bontà aprioristica del proprio operato e zittire tutti. E perché mai dovremmo tacere, visto che con le proprie scelte la Regione da anni ha appestato l’aria della plaine mettendo in discarica materiale organico che marcisce con gli effetti che ben conosciamo? Poiché sui rifiuti si stanno conducendo politiche con risultati tra i più scadenti di tutto il Nord Italia, i tre politici ci dicano, anziché porre a noi domande, come intendono rispettare l’obiettivo di legge del 65% sulle percentuali di raccolta differenziata entro fine 2012; perché vogliono costruire un impianto che costerà più di quelli proposti in alternativa, che avrà conseguenze peggiori per l’ambiente e porrà rischi per la salute; quanti impianti di pirogassificazione per Rsu esistono in Italia, visto che la ritengono una tecnologia consolidata; come la frazione organica presente nei rifiuti migliorerà secondo loro le prestazioni dell’impianto; quante tonnellate di rifiuti pericolosi e tossici residueranno dalla combustione e dove saranno smaltite. Infine, neghino che esistono delle criticità per le diossine e per i metalli pesanti all’interno delle polveri fini nell’aria della Valle: anzi, ce lo mettano per iscritto, in modo che possano essere poi chiamati a risponderne, nel caso la realtà li smentisca.

Paolo Fedi.

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