17 dicembre 2015

LUCI E OMBRE DEL NUOVO PIANO GESTIONE DEI RIFIUTI

Il 16 dicembre 2015 è stata discussa la legge che renderà definitivo il Piano Regionale di trattamento dei rifiuti. Molte le perplessità presenti: In primo luogo non vengono affrontati i punti critici della gestione rifiuti: il monopolio di fatto di un unico gestore della discarica sancito dalla legge 63/87 che impedisce di fatto ai cittadini di trarre profitto dalla qualità della loro raccolta differenziata.
Lo scenario indicato non va verso Rifiuti Zero perché non si è accolta la strada del porta a porta a spinto e dell' applicazione entro il 2017 della tariffa puntuale. Non risulta presente alcuna indicazione in merito alla "Fabbrica dei Materiali" utile e vantaggiosa per i cittadini. Le indicazioni fornite dai cittadini in sede di valutazione ambientale strategica (VAS) non sono state accolte.

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Per il nuovo piano rifiuti:sono passati oltre dodici anni. E' un piano di transizione (almeno per i primi anni) su cui sarà necessario verificarne l'attuazione passo dopo passo. Non risultano definiti in modo chiaro alcuni punti fondamentali (all'ambito unico non si arriverà a breve (da nove a sette i sub-ato), manca la definizione dettagliata dell'impiantistica,  non risulta indicato il modello gestionale  (non risulta indicata la creazione di una nuova srl a totale partecipazione pubblica  con il coinvolgimento di associazioni e cittadini). Nel piano è prevista l'introduzione della raccolta della frazione organica in tutta la Valle, l'aumento del livello di raccolta differenziata, previsto almeno il 70% al 2020, e la massimizzazione del recupero di materiali con riduzione dello smaltimento in discarica, e l'applicazione a regime della tariffa puntuale.

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Comunicato n° 673 del 16 dicembre 2015
Approvato l'aggiornamento del Piano regionale di gestione dei rifiuti 2016-2020.

Nella riunione del 16 dicembre 2015, con 21 voti a favore (UV, SA, PD-SVdA), 2 contrari (M5S) e 12 di astensione (UVP, ALPE), il Consiglio Valle ha approvato il disegno di legge che aggiorna il Piano regionale di gestione dei rifiuti per il quinquennio 2016-2020.

Contestualmente è stato approvato all'unanimità un ordine del giorno, depositato in Aula dai gruppi ALPE, UVP, M5S ed emendato su proposta dell'Assessore al territorio e ambiente, che impegna il Governo regionale a perseguire la riduzione della produzione dei rifiuti, individuando obiettivi e tempistiche precise riguardanti la frazione secca non riciclabile; a determinare, nel rispetto del principio "chi inquina paga", soluzioni tecniche che consentano l'applicazione pratica della tariffazione puntuale all'utenza, anche su sistemi di conferimento seminterrati; anticipare i tempi per l'individuazione dell'impiantistica necessari entro la durata del piano, in base agli obiettivi del massimo recupero di materiale, anche dalle frazioni indifferenziate; a discutere in sede di Commissione consiliare la definizione dell'assetto organizzativo, nel rispetto delle decisioni giudiziarie e fermo restando gli obiettivi del Piano, incentrando le scelte relative alla gestione del servizio integrato della gestione dei rifiuti sul servizio pubblico e sul contenimento delle tariffe a carico degli utenti finali.

In cinque articoli e quattro allegati, l'aggiornamento del Piano affronta la pianificazione dei rifiuti urbani e quella dei rifiuti speciali, la bonifica dei siti contaminati e amianto e il programma regionale di riduzione dei rifiuti. Inoltre, al fine di raggiungere gli obiettivi di raccolta differenziata e di valorizzazione dei rifiuti urbani stabiliti dalle normative europee e nazionali, viene rideterminato il tributo speciale per il deposito in discarica dei rifiuti solidi, applicato ai subATO, istituendo tre fasce di applicazione a decorrere dal 1° gennaio 2017 con riferimento ai rifiuti urbani prodotti nel 2016.

Il Vicepresidente dell'Assemblea David Follien (UV) ha illustrato l'atto, evidenziando che «l'aggiornamento del Piano, redatto la prima volta nel 1989 e la seconda nel 2003, è un adempimento obbligatorio, in quanto il mancato rispetto della direttiva europea del novembre 2014, che fissa in 5 anni i tempi di aggiornamento, comporta la messa in mora a seguito dell'apertura di un procedimento di infrazione comunitario. Il Piano deve concludersi quindi entro la fine del 2015.»

Il Consigliere Follien ha quindi illustrato in sintesi i documenti che costituiscono il Piano. «Riguardo alla gestione dei rifiuti urbani e assimilati agli urbani, sono riportate le diverse alternative tecnico-operative e gestioni afferenti alle competenze della Regione e riconducibili alle fasi di trattamento finalizzato al recupero/smaltimento finale dei rifiuti urbani. In merito agli aspetti impiantistici, sono indicate tre soluzioni, di cui una viene individuata come quella che meglio si adatta alle esigenze della Valle, anche tenuto conto delle particolarità insediative, territoriali e ambientali, dei vincoli territoriali, nonché dell'esigenza di perseguire il contenimento dei costi che graveranno poi nelle tariffe degli utenti finali: il sistema integrato di trattamento "a freddo", la cui realizzazione è prevista in fasi operative, tale da permettere la realizzazione distinta dei singoli impianti previsti e consentire la costruzione dell'impianto di trito-vagliatura in via prioritaria. Altri aspetti rilevanti sono la fissazione di obiettivi di raccolta differenziata (70%) maggiori rispetto a quelli fissati dalla normativa (65%), la riorganizzazione dei flussi delle raccolte differenziate, la ridefinizione dei territori dei subATO.»

In merito alla gestione dei rifiuti speciali e alla bonifica dei siti contaminati e amianto, il Consigliere Follien ha specificato che «la politica di gestione risulta ormai consolidata e coerente con le esigenze della regione. Per quanto  concerne il programma di riduzione dei rifiuti, segnalo che sono state individuate le diverse azioni da porre in atto: la produzione sostenibile, che coinvolge le imprese, il green public procurement ,che si attua attraverso l'avvio di azioni per la sostenibilità ambientali dei consumi della pubblica amministrazione, il riutilizzo dei prodotti, l'informazione e la sensibilizzazione per coinvolgere in modo costante tutta la comunità, gli strumenti economici, fiscali e di regolamentazione, attraverso l'individuazione di criteri di applicazione delle tariffe puntuali di gestione dei rifiuti. Il programma di prevenzione dei rifiuti costituisce un punto di forza della pianificazione e la sua attuazione costituirà la base di un progressivo cambio di rotta nella prevenzione della produzione dei rifiuti. Con il disegno di legge viene, inoltre, ridefinita l'entità del tributo speciale per il deposito in discarica dei rifiuti limitatamente ai rifiuti urbani: la norma prevede un'applicazione progressiva del tributo proporzionale all'effettiva percentuale di raccolta differenziata raggiunta dal subATO, fino ad arrivare all'applicazione dell'importo massimo previsto dalla normativa nazionale, pari a 25,82 euro a tonnellata. Questo nella logica di sollecitare ogni azione volta a garantire il raggiungimento degli obiettivi di raccolta differenziata nel tempo più breve possibile da parte di tutti i subATO e di conseguenza di applicare, secondo il principio "chi inquina paga", penalizzazioni a chi non dimostra di rispettare gli obiettivi di legge.»

Per il Consigliere dell'UVP Alessandro Nogara, «la gestione dei rifiuti implica due punti fondamentali: la tutela dell'ambiente, cosa che non è stata fatta fino ad ora, e il pagamento da parte dell'utenza di una cifra il più limitata possibile per il servizio che si offre, ossia determinare la tariffa puntuale basata sulla quantità e la qualità dei rifiuti conferiti. È incredibile che in un territorio come il nostro non si riesca ad arrivare alle percentuali richieste dalla normativa e, soprattutto, non si voglia la gestione pubblica, che porterebbe a risparmi e razionalizzazioni oltre che prevenire azioni di lucro da parte di aziende private. Basterebbe copiare cosa hanno fatto gli altri, invece bisogna sempre inventarsi nuove formule. Sono contento che l'intera Commissione si sia presa l'impegno di seguire attentamente cosa succederà riguardo alle scelte impiantistiche e al futuro della discarica. Questo è, infatti, un Piano monco perché non individua le soluzioni gestionali.»

Il Consigliere di ALPE Fabrizio Roscio ha osservato che «questo Piano avrà degli impatti importanti su tutta la collettività. Secondo noi, le carenze sono essenzialmente quattro: la prima riguarda la riduzione dei rifiuti, e il Piano non individua né tempi né obiettivi vincolanti per la gestione e il recupero di materia dalla parte indifferenziata residuale del rifiuto; la seconda concerne i principi fondanti del Piano ("chi inquina paga"), dove non sono declinate le azioni precise per applicare la tariffa puntuale andando a individuare l'utente e facendo pagare in base al rifiuto non riciclabile conferito; la terza è la questione dell'impiantistica, perché il sistema illustrato non va a massimizzare il recupero del rifiuto così come manca tutta la questione della frazione organica, compreso il verde e i fanghi; la quarta è che vorremmo un impegno politico preciso sul futuro modello gestionale, che renda partecipi gli Enti locali e la Regione in una gestione pubblica, che investa gli eventuali utili della gestione per migliorare il sistema e abbassare i costi.» Ha quindi annunciato la presentazione di un ordine del giorno al riguardo.

Il Consigliere del M5S Roberto Cognetta ha annunciato il voto contrario del suo gruppo: «Siamo in disaccordo perché sicuramente questo Piano aumenterà il costo per i cittadini. Infatti, le scelte gestionali sono fatte non in funzione della soluzione dei problemi, ma per accontentare qualcuno. Quindi si pone un obiettivo di raccolta differenziata del 70% e non del 90%, in modo tale da poter poi costruire gli impianti per lo smaltimento della parte residuale: è forse un modo per cercare di risolvere i contenziosi promossi dalle ATI? È questo un Piano che tappa le falle dell'inefficienza del sistema gestionale. In questa regione, qualcuno lucra tutti i giorni sui rifiuti. Noi, invece, dobbiamo porci in un'ottica diversa, sostenendo la gestione pubblica. Siamo quindi profondamente contrari, perché i rifiuti riguardano tutti, dai 130 mila valdostani ai turisti proprietari di seconde case, ma non si vuole affrontare il problema. Speriamo che i cittadini se ne ricordino quando riceveranno la cartella esattoriale.»

Il Presidente della terza Commissione, Pierlugi Marquis, ha preso la parola per sottolineare che «il percorso in Commissione è stato costruttivo e partecipato. Questo è un Piano che prende in considerazione tutti gli scenari sui quali si deve lavorare e che ha indicato le azioni che dovranno essere alla base della nuova pianificazione regionale. È significativa la riduzione dei rifiuti, la sensibilizzazione della cittadinanza, la riorganizzazione sul territorio valdostano, individuando nuove raccolte di rifiuti, con risultati che sono già positivi. Per determinare comportamenti virtuosi nei cittadini si fa leva anche sulle tariffe individuali per l'utenza. Anche riguardo al futuro modello gestionale, sono già state individuate le possibili forme attraverso una serie di proposte (appalto di servizio, società in house, società mista). È un lavoro importante che potrà dare nei prossimi anni degli esiti favorevoli volti a perseguire dei risultati virtuosi sotto il profilo del rispetto dell'ambiente. Come Commissione, abbiamo dato la disponibilità a seguire l'iter che dovrà essere predisposto e quindi sarà prestata la giusta attenzione sulle ricadute, con particolare riguardo ai costi per gli utenti, nell'interesse dell'intera comunità valdostana.»

L'Assessore al territorio e ambiente, Luca Bianchi, ha replicato richiamando le risoluzioni approvate dal Consiglio riguardo all'impegno di portare il Piano rifiuti entro la fine dell'anno. Si è quindi soffermato su alcuni punti: «Il Piano individua tre fasi. La prima, quella attuale, è transitoria e si protrarrà fino alla realizzazione dei nuovi impianti; abbiamo, peraltro, già anticipato a giugno scorso la riorganizzazione dei flussi di raccolta dei rifiuti urbani con l'avvio della raccolta dell'organico con ottimi risultati (si è passati dal 46% al 55% di raccolta differenziata); riguardo alle modalità di raccolta, il Piano non impone un'unica modalità, ma, di concerto con gli Enti locali, detta linee generali in modo da non vanificare gli investimenti realizzati nel passato dai subATO e indica in maniera precisa che ci sia il riconoscimento dell'utente per una tariffazione puntuale. La seconda fase operativa integra le attività svolte presso il Centro regionale di trattamento dei rifiuti di Brissogne con gli impianti di selezione meccanica-manuale del flusso multimateriale a base plastica, di stabilizzazione della frazione biodegradabile derivante dalla selezione del rifiuto indifferenziato, localizzandoli a Brissogne in modo da evitare di sostenere dei costi che ricadrebbero sui cittadini e anche di riorganizzare e migliorare l'area in questione a beneficio soprattutto dei comuni limitrofi. La terza fase operativa prevede di integrare il sistema precedente con un impianto di biostabilizzazione della frazione organica e sarà attuata successivamente ad una fase congrua di sperimentazione del servizio. Riguardo alle tariffe, fermo restando che la loro articolazione sarà oggetto di una valutazione congiunta Regione-Consiglio permanente degli enti locali, si andrà verso una situazione di premialità e penalità nei confronti dei sub-ATO. In merito alla riorganizzazione dei sub-ATO, sulla base della situazione attuale gestionale e al fine di consentire un equilibrio fra i diversi ambiti territoriali, si è ritenuto di individuare la proposta di passare da 9 a 5 sub-ATO. Sul modello gestionale, il Piano riporta un ventaglio di modelli organizzativi, ma non c'è un modello preferenziale: la scelta potrebbe ricadere su un modello misto-privato o totalmente pubblico, ma gli scenari sono aperti anche perché la convenzione con la società che gestisce il Centro di Brissogne scadrà soltanto a fine 2017. Il Piano prevede, comunque, che la scelta del modello organizzativo gestionale sia discussa in terza Commissione.»
L'Assessore ha quindi concluso che «questo provvedimento rappresenta quindi un importante obiettivo politico raggiunto perché sul tema dei rifiuti abbiamo fatto sviluppato, sin dall'inizio della Legislativa, un significativo lavoro condiviso. Questo è un piano flessibile che potrà essere rimodulato e adeguato alle esigenze che, di volta in volta, emergeranno a seguito della verifica sull’efficacia delle azioni previste e del raggiungimento dei diversi obiettivi.»

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http://www.vallevirtuosa.it/nuovo-piano-rifiuti-come-gettare-al-vento-lennesima-occasione/

Nuovo Piano Rifiuti: come gettare al vento l’ennesima occasione
Posted on 18 dicembre 2015 by ValleVirtuosa
IL “NUOVO” PIANO DEI RIFIUTI, UN PIANEROTTOLO “VERSO RISPARMIO ZERO”!

Sgomberiamo il campo da fraintendimenti, strumentalizzazioni, interpretazioni varie. Il “Nuovo” Piano Rifiuti uscito dal Consiglio dimercoledì 15 dicembre, discusso in una sala distratta e a momenti semideserta, varato con i voti favorevoli di UV, SA e PD, con l’astensione di Alpe e UVP e con il solo voto contrario del M5S, è un piano che nasce già vecchio, timido, che si presta a qualunque manipolazione, in una parola: un pianerottolo!

Siamo fermi ad un pianerottolo di un edificio tutto da costruire.

Un piano in cui non c’è la determinazione a risolvere il problema della gestione dei rifiuti in Valle, men che meno il coraggio di abbracciare la strategia Rifiuti Zero, accennata di tanto in tanto solo nei termini ma non nella sostanza.
E’ un piano che promette una raccolta differenziata al 70% entro il 2020 quando si doveva raggiungere il 65% già nel 2012 e che lascia tutto a verifiche successive e a valutazione in corso d’opera per i prossimi 5 anni.
E’ un piano che non punta fermamente verso la raccolta porta a porta spinta, condizionata da un investimento sbagliato in centinaia di contenitori seminterrati (molok), per questo errore a monte (gli errori se si riconoscono si possono superare invece che continuare a sbagliare) sarà difficile arrivare ad una tariffa puntuale per far pagare meno i cittadini.
E’ un piano che non regolamenta, in maniera univoca, la selva dei differenti appalti di raccolta rifiuti dei subATO.
E’ un piano che non pone indicazioni decisive sugli impianti che dovranno trattare i futuri flussi dei rifiuti, rimandando tutto a dopo il 2020 e dopo eventuali verifiche al piano stesso. Per finire, non suggerisce un indirizzo gestionale decisivo tra pubblico o privato.
E del resto che cosa ci potevamo aspettare da un piano in cui vi ha messo le mani quel tecnico che solo alcuni anni fa aveva suggerito alla Regione di bruciare l’intera discarica nell’inceneritore, previsto all’epoca per la nostra Valle?
E oggi quello stesso tecnico, che redige il piano per il futuro dei Valdostani, viene contemporaneamente pagato come consulente di parte per le aziende costruttrici del pirogassificatore.

Noi promotori, per la nostra regione, della strategia Rifiuti Zero in questi anni, a titolo completamente volontario, abbiamo organizzato decine di serate con chiunque ce lo chiedesse, abbiamo coinvolto esperti mondiali e amministratori di eccellenza in giro per l’Italia, abbiamo offerto consulenze di questo calibro, gratuitamente, all’Amministrazione regionale, maggioranza e opposizione.

Abbiamo depositato le nostre osservazioni al Piano in sede di VAS e non abbiamo ricevuto una sola risposta dagli organi competenti.

Abbiamo offerto uno studio commissionato alla Scuola Agraria del Parco di Monza, su una soluzione tecnica che va nella direzione da noi auspicata: massimizzare il recupero di materia e rendere ai minimi termini gli smaltimenti in discarica. La fabbrica dei materiali per andare verso Rifiuti Zero. Tutto fattibile, dati alla mano. Soluzioni poco costose (probabilmente troppo poco), rispettose dell’ambiente, che avrebbero fatto risparmiare i cittadini, o meglio, avrebbero premiato chi meno produce rifiuto, chi meglio ricicla.

Adesso è giusto che i cittadini sappiano che il nuovo piano rifiuti non porterà nessun beneficio alle loro tasche stremate, è anzi sicuro che le tasse sui rifiuti aumenteranno. Abbiamo fatto tutto quanto era umanamente possibile perché chi decide delle nostre vite operasse delle scelte a favore della gente e non dei grandi interessi.

Noi abbiamo cercato di parlare con tutti perché l’interesse è superiore, e l’unico nostro interesse è il bene della collettività valdostana.

I Valdostani sapranno presto rendersi conto e capire che questa soluzione non va nella direzione giusta e tornare a mobilitarsi tutti insieme perché solo insieme si cambiano le cose.






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