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20 giugno 2010

LETTERA APERTA DEL 18 GIUGNO 2010 IN OCCASIONE DEL CONVENGNO "GASSIFICAZIONE E PIROLISI"

LETTERA APERTA

Per l'utilizzo di tecniche innovative
nel riciclo dei materiali e per favorire una diminuzione
della quantità dei materiali conferiti in discarica

Aosta, 18 Giugno 2010

A tutti gli amministratori regionali e comunali
A tutti i cittadini della Regione Valle d’Aosta

Gestione rifiuti in Valle d’Aosta: un dossier da integrare adottando lo scenario “VALLE D’AOSTA VIRTUOSA: ZERO RIFIUTI – ZERO WASTE” con la raccolta della frazione organica e il recupero dei materiali derivanti dalla frazione secca residua.

Zero Rifiuti non è più un utopia!

Solo con il recupero di abitudini virtuose, combinate con gli strumenti offerti dalla moderna tecnologia, è possibile vincere la sfida della sostenibilità ambientale. "Rifiuti Zero" significa ridurre i rifiuti alla base e recuperare il maggior quantitativo di materia possibile. Anche gli economisti riconoscono l’utilità sociale, ambientale ed economica di questa strategia. In Valle d'Aosta si continua a perseguire la vecchia strada del ciclo integrato e della “distruzione” dei rifiuti con aumento dei costi sui cittadini (TIA o TARSU che sia), oltre che dei costi ambientali e sanitari con lo scopo di garantire il business a chi produce o gestisce i nuovi impianti.

Cambiare strada è possibile!
Con maggiore occupazione, risparmio di denaro pubblico e con la riduzione di tasse, si possono creare scenari differenti.
Perché scegliere una strategia meno efficace e costi più elevati, quando è possibile adottarne una più efficace con costi più bassi? In Italia, il paese con più sanzioni da parte dell’Unione Europea in tema di rifiuti, si è abilmente cambiato il senso delle parole e, come dice Paul Connett (consulente Onu per la questione rifiuti), si pretende di usare le “macchine magiche” (inceneritori, gassificatori, torce al plasma, ecc...) per chiudere il ciclo dei rifiuti, senza organizzare una raccolta differenziata di qualità.

Il cattivo esempio valdostano.
In Valle d'Aosta, invece di valutare i dati e i fatti, si tira diritto per costruire le “macchine magiche” che rendono solo a chi le costruisce e le gestisce, a discapito delle casse pubbliche, delle tasche dei cittadini e dei costi ambientali e sanitari. Il “ciclo integrato” scelto della Regione Valle d’Aosta propende verso la gassificazione/pirolisi. Costruire questo mix tecnologico costerà alla comunità, sia in termini economici sia in termini di salute. Il gestore costruirà gli impianti, i valdostani pagheranno la raccolta dei rifiuti all'impresa incaricata e sosterranno anche i costi di macchine voraci da alimentare a rifiuti. Questo è il ciclo integrato valdostano!

Le alternative ci sono e si possono attuare.
Le alternative ci sono e sono collaudate, non solo negli USA come nella San Francisco, portata ad esempio da Paul Connett, ma molto vicine a noi, in Italia. Si tratta di miriadi di comuni che hanno puntato sulla raccolta differenziata raggiungendo percentuali del 80-90%, smentendo nei fatti il concetto secondo cui raccolta differenziata significa aumento dei costi. Paul Connett, quando è stato in Valle d'Aosta, ha ribadito quale sia il percorso corretto, cioè il percorso “Rifiuti Zero”.

Domande ancora senza risposta.

Ci chiediamo perché il Governo regionale e la Terza commissione regionale abbiano stabilito che a Brissogne non c’è posto per il Centro riciclo di Vedelago, mentre quello per il gassificatore o pirogassificatore c’è? Perché tra le tante consulenze che la Regione Valle d'Aosta ha commissionato negli ultimi anni non ha mai pensato di darne una a Paul Connett? Come mai su questi temi non sono stati fatti dei dibattiti pubblici, coinvolgendo gli imprenditori e gli esperti del recupero-riciclo-riuso anziché solo commissioni di esperti con componenti che, prima o poi, lavorano, guarda caso, proprio per le ditte che costruiscono le “macchine magiche”? Chi ha certificato le emissioni derivanti da questi processi, incluso l’utilizzo del syngas? Quali sono i costi di impianto, gestione e relativa manutenzione?

I passaggi da fare a monte della produzione dei rifiuti:
la diminuzione dei rifiuti alla base (vuoto a rendere, riutilizzo) attraverso un piano regionale di riduzione dei rifiuti con obiettivi vincolanti; l’introduzione di una raccolta differenziata spinta, con riduzione della tariffa al cittadino in base al livello di raccolta differenziata raggiunto; la raccolta dell'organico attraverso il compostaggio domestico oppure attraverso appositi contenitori.

I passaggi da fare a valle della produzione dei rifiuti:
Sulla "frazione secca residua", cioè la parte che residua dopo aver applicato la raccolta dell’organico, sarà applicato un trattamento come quello del Centro di Riciclo Vedelago (TV) che ottimizza la qualità della raccolta differenziata della plastica. Così facendo il residuo da conferire in discarica, diminuirebbe e la discarica di Brissogne avrebbe una vita di oltre 400 anni.

Le iniziative da adottare nel periodo transitorio.
In attesa di raggiungere alti livelli di raccolta differenziata è possibile adottare un trattamento a freddo (Trattamento Meccanico Biologico). Dalla frazione organica si produrrà del biogas e dall'altra un quota di CDR-Q (Combustibile da rifiuti di qualità) da destinare per un periodo di tempo limitato fuori regione. La destinazione fuori Valle terminerà una volta completato il centro di trattamento e recupero del rifiuto secco residuo. Si precisa che ad oggi lo scenario individuato dall’Amministrazione regionale non è stato soggetto a valutazione da parte di tecnici esperti "super partes" e non è stata utilizzata un’analisi comparativa utilizzando la LCA (Life Cycle Assessment). La raccolta dell'organico e il centro di trattamento e di recupero del rifiuto secco residuo sono soluzioni compatibili anche con lo scenario individuato dall’Amministrazione regionale.

I Buoni esempi da seguire: il Comune di Capannori (LU) la cui raccolta differenziata è passata dal 37 all’80% con vantaggi economici, occupazionali e ambientali.

Il Comune di Capannori sta affrontando con determinazione queste sfide costruendo alternative attraverso una vera partecipazione popolare. E’ il primo Comune in Italia ad aver aderito alla “Strategia rifiuti zero”. Con l’adesione alla strategia “Rifiuti Zero” per il 2011 è previsto l’obiettivo raccolta differenziata fino al 80%.
Confrontando diversi scenari questi sono i dati economici:
Scenario con il 30% di Raccolta differenziata - COSTO TOTALE 3.142.440
Scenario con il 71% di Raccolta differenziata (situazione 2009) - COSTO TOTALE 1.582.760
Scenario con l’ 80% di Raccolta differenziata con tariffa puntuale - COSTO TOTALE 1.194.000
Dall’inizio del sistema di raccolta “porta a porta” ad oggi ci sono state circa 50 nuove assunzioni. Con i risparmi ottenuti dal non dover smaltire i rifiuti indifferenziati, oltre a coprire i costi delle nuove assunzioni, è stata apportata una riduzione della tariffa ai cittadini pari al il 20% sulla parte variabile. Il Comune di Capannori ha adottato dal 2005 il sistema degli “acquisti verdi”. Tutti gli acquisti sono stati vincolati ad una procedura che selezioni i prodotti dando una preferenza a quelli prodotti con materiale riciclato. Grazie alla raccolta domiciliare e ai progetti sulla riduzione, oggi a Capannori i rifiuti non aumentano più, bensì diminuiscono!


Legambiente Vda
Amici del Viale della Pace
Codacons Vda
Diritto al futuro
Comitato Rifiuti Zero Vda



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11 luglio 2009

RICICLO MATERIALI: IL CRZ-VDA PROPONE INTEGRAZIONE AL PIANO REGIONALE RIFIUTI


Il Comitato rifiuti zero - Valle d'Aosta ha presentato venerdi 10 luglio 2009 alcune proposte che, di fatto, tendono a modificare, innovandolo, il piano regionale di rifiuti urbani. Nel corso dell'incontro è stato bandito il termine "rifiuti" sostituito da "riciclo di materiali". Sì dunque al riciclo, no alla discarica e agli inceneritori, soluzioni entrambe obsolete e costose.
L'alternativa per la Valle d'Aosta si chiama "Centro Riciclo Vedelago", isola tecnologicamente avanzata per la lavorazione delle frazioni secche senza scarti. Il modello di riciclo totale ideato da Carla Poli in provincia di Treviso e già stato adottato da alcuni comuni italiani e europei è stato presentato ufficialmente a Palazzo Regionale. Per attuare tale progetto è necessario avviare la raccolta separata della frazione organica: il riciclo totale è possibile e indispensabile.
L'inceneritore è una soluzione obsoleta che rende pericolosi materiali (e non "rifiuti"), che potrebbero essere trasformati, anzichè bruciati, per essere riutilizzati.
Il centro di trattamento potrebbe essere ubicato all'interno della discarica di Brissogne o nelle immediate vicinanze. In Italia, oltre a quello di Vedelago in provincia di Treviso, esistono altri centri similari in Sardegna e, vicino a Roma, nel comune di Colleferro.

Il metodo Vedelago è in grado di riciclare il 97% circa della frazione secca trattata e trasforma tutto il materiale in un granulato a matrice prevalentemente plastica. Col materiale ottenuto dalla raccolta della plastica si produce un composto da costruzione con cui si fabbricano mattoni e oggetti per arredo urbano. Così facendo si azzerano i costi per la gestione dei rifiuti a carico dei Comuni e si coinvolgono i cittadini in comportamenti coerenti per un progetto di rifiuti zero.
Questo granulato è ricercatissimo sia dalle industrie della plastica, sia dall’industria dell’edilizia. Nel primo caso vengono realizzati dei bancali interamente in plastica da riciclo oppure le sedute delle sedie che prima venivano fatte in legno. Nel secondo caso vengono impiegati nella produzione di cemento in percentuali dal 20% al 30%,in sostituzione della tradizionale sabbia di cava. Il tutto migliorando le prestazioni di questi prodotti finiti.
Per l'avvio di un impianto di questo genere l'investimento ammonta a circa 6 milioni di euro. Tutte le altre soluzione, già proposte dall'Amministrazione Regionale in passato, risultavano avere costi di avvio molto più elevati (dai 25 milioni del trattamento meccanico biologico ai 200 milioni dell'inceneritore)e spese successive denominate "post- bonifica" altrettanto elevate.

Specifiche dell'impianto ad estrusione.
L’impianto ad estrusione (che non gestisce la frazione umida e che quindi utilizza solo sistemi meccanici), grazie all’accoppiamento di diversi impianti che lavorano in serie, è in grado di rendere riutilizzabile circa il 97% del rifiuto conferito derivante sia dalla raccolta differenziata residenziale porta a porta (proveniente dai Comuni) sia rifiuti provenienti da commercianti ed artigiani; grazie a questo impianto si è in grado di portare all’industria una "materia prima-seconda" riutilizzabile in ulteriori cicli di produzione.

La percentuale di rifiuto non differenziabile (principalmente plastiche), e quindi solitamente non riutilizzabile, viene prima estruso e poi tritato finemente fino ad ottenere un granulato a matrice prevalentemente plastica utilizzato principalmente dall’industria come alleggerito nei manufatti edili (mattoni, pali, ecc…) in sostituzione della sabbia di cava (20-30% del materiale necessario alla creazione del manufatto); questo materiale conferisce caratteristiche migliorative ai manufatti ottenuti che rispondono regolarmente alle norme UNI vigenti. La sabbia sintetica ottenuta viene utilizzata anche per la creazione di sedie, panchine, bancali ed altri manufatti vari.

I vantaggi del metodo "Vedelago".
Il centro-riciclo Vedelago riesce a guadagnare dalla rivendita materiali riciclati, crea nuova occupazione (rapporto 25/28 a 1 con l'occupazione per la gestione di discariche/inceneritori) e permette di abbassare notevolmente la tassa sui rifiuti pagata dai cittadini.

Il metodo Vedelago (riconosciuto e catalogato come eco-innovazione dall'Unione Europea) permette di recuperare tale rifiuto attraverso un procedimento di estrusione e di ottenere del granulato plastico da utilizzare nell'edilizia e nell'oggettistica.

Il meotodo Vedelago costa un quinto del trattamento meccanico biologico (TMB) ipotizzato sino ad oggi in valle e destinato a produrre CDR-Q (costo stimato TMB 25/30 milioni).

17 giugno 2009

PARTECIPAZIONE INTESA COME CONCERTAZIONE ALLARGATA

Partecipazione intesa come concertazione allargata.
La partecipazione e la democrazia significano molte cose per molte persone, ma entrambe presuppongono che tutti i soggetti coinvolti condividano conoscenza e linguaggio comune. Compiono un buon lavoro quelle amministrazioni pubbliche che riescono attraverso processi di progettazione condivisa a coinvolgere tutti le parti attive presenti sul territorio. Partecipazione significa “prendere parte” e anche “comunicare e rendere noto” e nell'ambito dei processi di trasformazione (urbanistica, infrastrutturale, ecc.) è utile coinvolgere i cittadini pena l'impoverimento del dibattito. L'Amministrazione comunale di Quart, per venerdi prossimo alle ore 21.00, ha previsto un incontro pubblico sul tema "rifiuti e discarica". Non sembra previsto, per ora, l'invito ad un rappresentante dei comitati (Comitato Rifiuti Zero Vda) o associazioni attive (Legambiente) sull'argomento specifico. A tale proposito è bene ricordare la lungimiranza con cui la società civile in Valle d'Aosta ha anticipato (come nel caso dell'accantonato progetto dell'inceneritore a griglia) alcune scelte fondamentali di oltre un anno o forse di più.



E' aperto lo spazio commenti. Grazie.

Ecco alcuni temi, sull'argomento specifico, meritevoli di approfondimento:
• Azioni concrete e tempi per potenziare la riduzione dei rifiuti e la raccolta differenziata?
• I rifiuti, dopo un primo trattamento, saranno bruciati ad Aosta?
• i tempi di avvio del compostaggio e umido
• La discarica attuale e gli interventi di manutenzione previsti.
• Quali modifiche alla normativa regionale di settore si intendono operare ?
• Sarà possibile conferire fuori valle il cdr-q (combustibile da rifiuto di qualità)?

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