Visualizzazione post con etichetta partecipazione. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta partecipazione. Mostra tutti i post

16 gennaio 2010

PUBBLICITA' LAVORI IN CONSIGLIO REGIONALE: NEGATA SEDUTA PUBBLICA IN 3° COMMISSIONE SU SCENARI GESTIONE RIFIUTI

Scenari futuri trattamento finale dei rifiuti. Non è stata accolta la richiesta del gruppo Vallée d’Aoste Vive/Renouveau di effettuare in seduta pubblica le riunioni della Terza Commissione.

“Prendiamo atto dell’indisponibilità della maggioranza a rendere pubblici i lavori della III Commissione per quanto riguarda la questione della gestione dei rifiuti – dichiara il Consigliere Bertin –.

Riteniamo che si tratti di una decisione grave, in quanto la scelta operata sarà una delle più importanti della Legislatura e condizionerà il futuro della Valle d’Aosta.

Per questo, è indispensabile fornire ai cittadini la massima informazione, anche alla luce dei continui cambi di orientamento della Giunta regionale a tale proposito.

Come più volte ribadito, il nostro gruppo ritiene che i lavori delle commissioni dovrebbero essere sempre pubblici, coerentemente con il principio di trasparenza che deve contraddistinguere l’attività politico-amministrativa.

“Riteniamo – spiega il Presidente Dario Comé – che la disponibilità al confronto e al fornire informazioni ai cittadini, dimostrata in particolar dall’Assessore regionale competente, sia stata massima su questo tema – ricordo, a titolo di esempio, i vari incontri pubblici organizzati, ai quali ne seguirà un altro la settimana prossima a Quart. "Esiste un Osservatorio regionale sui rifiuti (ORR) dove sono rappresentate le diverse associazioni e dove vengono ascoltate le istanze dei cittadini, così come evidenzio l’ampia documentazione pubblicata sul sito della Regione e utile ai cittadini per capire e meglio approfondire un tema così rilevante per la nostra comunità.”

Sull'argomento il consigliere regionale Enrico Tibaldi (Pdl) ha ribadito che la proposta di rendere pubblici i lavori della III Commissione sull’argomento è stata fatta dal collega Bertin ed ha ricevuto il consenso solo di due componenti su sette partecipanti ai lavori. Enrico Tibaldi ha inolgtre dichiarato:" Non avevo, e non ho nulla, in contrario al fatto che l’attività della Commissione, su questo argomento come su altri, sia resa pubblica: è un principio di trasparenza dell’istituzione nei confronti dei cittadini.

---

Si riportano a puro titolo informativo i nominativi dei consiglieri di maggioranza (COMÉ DARIO, PROLA PIERO, AGOSTINO SALVATORE, BIELER MAURO,LANIÈCE ANDRÉ) e di opposizione (CERISE GIUSEPPE, TIBALDI ENRICO)che hanno partecipato alla votazione e determinato gli esiti.

---

27 dicembre 2009

SCENARI E DECISIONI NON PARTECIPATIVE...

Firma e fai firmare la petizione per creare un Centro regionale di compostaggio per la frazione organica.

Scarica il modulo >>>
---
Lettera aperta - Confronto negato su temi importanti.

Scenari in materia di smaltimento rifiuti in Valle d’Aosta (pirogassificatore) e decisioni non partecipative.

La democrazia partecipativa attribuisce a tutti i cittadini livelli di responsabilità e consapevolezza maggiori, consentendo loro di essere coinvolti nelle varie fasi del processo decisionale, che per sua natura è dialettico e dinamico e consente di interagire in un confronto continuo fra le idee in campo e gli scenari possibili. Dispiace prendere atto del mancato radicamento nelle nostre istituzioni dell’abitudine al confronto nei processi decisionali importanti come quelli che riguardano le grandi opere pubbliche o la gestione dei rifiuti, materia in cui, scelte sbagliate, possono incidere direttamente sulle tariffe e quindi sul portafoglio dei cittadini. Pur se il dibattito pubblico non è la sede in cui assumere decisioni che spettano ai vari decisori politici (sindaci, Comunità montane, giunta regionale), non consentire una modalità di confronto in vista di decisioni importanti è un segnale negativo. Esistono rappresentanti di comitati (Comitato Rifiuti Zero Vda) e di associazioni (Legambiente vda, Codacons vda, ecc.) attivi sul tema specifico, che non sono stati coinvolti, neppure attraverso l’Osservatorio regionale sui rifiuti.
Compiono, invece, un buon lavoro quelle amministrazioni pubbliche che riescono attraverso processi di progettazione condivisa a coinvolgere tutti le parti attive presenti sul proprio territorio.

Andrea Piccirilli
Aosta


---


La difficile costruzione delle regole sulla sussidiarietà
Tocca agli operatori del diritto rispondere alla chiamata


da www.labsus.org Lunedì 28 Dicembre 2009 | Fabio Giglioni

Un punto di domanda ricorrente tra i cittadini che intendono avvalersi del principio di sussidiarietà orizzontale continua a restare quello relativo alle regole da seguire. Il principio, infatti, comincia a essere conosciuto, ma permangono incertezze sulle modalità da far valere concretamente. E tali dubbi pervadono anche amministratori e dirigenti che, a fronte di un principio costituzionale abbastanza preciso, si trovano poi ad applicare istituti e regole che spesso contrastano con quei principi e, di fronte all’incertezza e alle responsabilità che ne conseguono, preferiscono percorrere strade già conosciute.
L’atto giuridico più idoneo a regolare la sussidiarietà è il negozio volontario
Il contrasto tra principi e regole concrete da applicare negli ordinamenti liberali e democratici deve trovare un’armonizzazione negli interventi del legislatore o della giurisprudenza. Il legislatore può intervenire dando una concreta applicazione del principio che s’intende far valere costruendo un sistema di regole appropriato, abrogando quelle in contrasto o innovandole. La voce flebile del legislatore...Qualcosa è stato fatto in questo senso negli anni più recenti e la sezione norme di questa rivista lo dimostra. Tuttavia è fin troppo evidente che gli interventi del legislatore si concentrano in specifici settori, innovando su alcune politiche. Interventi generali e generalizzanti sono difficili da rintracciare e, perfino, da ipotizzare: la fattispecie dell’articolo 118, comma 4 della Costituzione è, infatti, così ampia che la definizione di regole valide per ogni circostanza appare un’impresa quasi impossibile. E anche se si tentasse questa via si avrebbero due inconvenienti: il primo consisterebbe nel rischio di ridurre gli spazi di autonomia di istituzioni e cittadini che, invece, costituiscono il presupposto indefettibile delle relazioni di sussidiarietà (al massimo, il legislatore potrebbe intervenire per definire un metodo di confronto più che dei contenuti veri e propri come ha fatto la regione Toscana); il secondo sarebbe quello di accrescere, paradossalmente, lo stato di incertezza dell’applicazione del principio dal momento che la generalizzazione delle regole amplia il grado di astrattezza entro cui far ricadere le fattispecie concrete, cosicché ci si domanderà sempre se siano proprio quelle fattispecie rivendicate dai cittadini a dover essere interpretate secondo le regole astratte costruite (si pensi in proposito all’applicazione dell’istituto della dichiarazione di inizio attività che ha avuto positivo seguito solo quando è applicato in specifici settori dove vi è una disciplina di riferimento che richiama questo istituto e che invece ha avuto scarso successo come applicazione dell’art. 19 della legge numero 241 del 1990 dove si aveva la pretesa di sostituirlo a qualsiasi procedimento di autorizzazione).Peraltro, fondandosi le esperienze di sussidiarietà su un’alleanza tra istituzioni e cittadini, è naturale supporre che l’atto giuridico che suggella per eccellenza questo fenomeno debba essere il negozio volontario (intese, patti, accordi comunque denominati), sicché sembrerebbe più logico aspettarsi che il legislatore concentri la propria attenzione sulla capacità di questi accordi di derogare alle ordinarie regole da seguire da parte degli amministratori definendo condizioni e campi di applicazione....e la penna incerta dei giudici L’altro strumento per elaborare un corredo di regole comuni che armonizzi il contrasto tra principi nuovi e istituti già vigenti è, come detto, la giurisprudenza. Tale constatazione è vera in generale e tanto più nel diritto amministrativo che proprio dalla giurisprudenza trova origine e alimento; oltretutto, nel caso specifico, il contributo della giurisprudenza è quanto mai auspicabile proprio in ragione dei limiti che il legislatore incontra. Su questo piano si può constatare che la giurisprudenza amministrativa riconosce al principio una valenza giuridica propria, come autorevolmente riconosciuto di recente dal Consiglio di Stato nella sentenza numero 6094 del 2009. Ciononostante il contributo della giurisprudenza alla costruzione delle regole da applicare è ancora scarso e ciò sembrerebbe principalmente dovuto alla pretesa di privilegiare una sola delle due letture possibili del principio. Del resto, la stessa giurisprudenza amministrativa (vd. la sentenza del TAR Sardegna numero 2407 del 2007) ha chiarito che il principio può essere declinato positivamente o negativamente. Positivamente, il principio dovrebbe essere utilizzato per legittimare una distribuzione asimmetrica delle risorse pubbliche per favorire solo i cittadini che abbiano intrapreso iniziative che soddisfino interessi generali; negativamente, il principio verrebbe invocato per delimitare la sfera d’intervento dei poteri pubblici in favore dei privati che vedono ampliata la propria o comunque preservata da interventi restrittivi delle autorità pubbliche. La prima declinazione appare particolarmente problematica perché potenzialmente in contrasto con alcuni principi cardini del diritto amministrativo: il principio di legalità, il principio di imparzialità e con quelli che reggono la responsabilità dei dipendenti pubblici; la seconda declinazione si modella su una visione tradizionale dei rapporti tra poteri pubblici e soggetti privati che ricalca lo schema del paradigma bipolare del diritto amministrativo. È probabilmente questa la ragione per cui la giurisprudenza, sebbene non neghi la possibile doppia lettura del principio, finisca per privilegiare solo la seconda.Da un punto di vista giuridico l’interpretazione negativa del principio può poggiare su basi giuridiche più solide ma, allo stesso tempo, si può ben dire che si tratta di una scelta riduttiva della valenza del principio. Per quanto sia vero, infatti, che l’interpretazione positiva del principio apra una serie di problemi con istituti tradizionali del diritto amministrativo, la circostanza che il principio sia sancito in sede costituzionale obbliga comunque gli interpreti ad adeguare la lettura di quel principio con gli altri menzionati: si tratta di un’operazione difficile, ma che deve essere tentata per consentire un’applicazione fedele del dettato costituzionale. È proprio accettando questa sfida che sarà possibile costruire le regole che sembrano necessarie per dare più solida applicazione al principio.E la dottrina?In questo senso sarebbe anche auspicabile un supporto maggiormente costruttivo della dottrina che dovrebbe contribuire a creare le premesse culturali necessarie a sostenere interpretazioni più coraggiose da parte della giurisprudenza, come anche è avvenuto in passato. Tanto più che a ben vedere qualche piccolo spiragliointeressante la giurisprudenza lo ha fatto intravedere in passato (ad esempio nella sentenza del TAR Liguria numero 1479 del 2003).È necessario intraprendere azioni concrete di contaminazione tra dottrina e giurisprudenza affinché il principio possa dotarsi di quelle regole che rendano più sicure le iniziative dei cittadini: in gioco non sono solo gli interessi di qualche gruppo, particolarmente meritevole, ma gli interessi di chi abbia a cuore la qualità stessa della nostra democrazia.

19 dicembre 2009

SMALTIMENTO RIFIUTI: CONFRONTO PUBBLICO SOLO PER VOLONTA' DEI CITTADINI E NON DELL'AMMINISTRAZIONE

Firma e fai firmare la petizione per un nuovo centro di compostaggio per la frazione organica.

Scarica il modulo >>>

---

Per facilitare la comprensione dell'intera vicenda, si tratteggiano alcuni passaggi cruciali avvenuti prima della riunione del 14 dicembre 2009 in cui il componente delle associazioni ambientaliste (Fabrizio Roscio) ha sollevato il nocciolo del problema: la mancata volontà di confronto preventivo.

Ecco alcuni fatti degni di nota:

La scelta in merito al nuovo scenario che si prospetta in materia di smaltimento rifiuti(pirogassificazione) non è stata condivisa ma neppure veicolata nelle varie possibili sedi di confronto (riunioni pubbliche, audizioni pubbliche della competente commissione consiliare, ecc...) prima dell'approvazione della delibera in questione adottata in data 1 Dicembre 2009.

Appare evidente che il gruppo di lavoro tecnico, volutamente tenuto "ristretto" per volontà politica da parte dell'Assessorato Territorio e Ambiente, aveva tutti i dati a disposizione già a partire da Settembre 2009.

Il documento riepilogativo riferito alla consulenza esterna è stato ufficialmente depositato il 24 novembre 2009 ma, diciamolo pure, la direzione di marcia era già stata indicata nelle precedenti riunioni intelocutorie nel corso dell'estate e dopo varie riunioni avvenute presso la Presidenza della Giunta.
Appare evidente, quindi, la non volontà di confronto preventivo sulla materia.

Di sicuro avrà luogo, per volontà dei cittadini e delle associazioni interessate un confronto successivo, ma di sicuro non per volontà dell'Amministrazione Pubblica.

---

dal notiziario ansa-aosta del 14 dicembre 2009

RIFIUTI: VDA, ASSOCIAZIONI CONTESTANO LAVORI OSSERVATORIO
"L'Osservatorio regionale sui rifiuti non risponde ai requisiti di luogo di discussione e di autentico confronto". Motiva così Fabrizio Roscio, rappresentante dei movimenti ambientalisti (Amici della Terra, Gruppo locale Wwf, Legambiente e Terra Nouva) all'interno dell'organismo istituzionale, l'abbandono del tavolo di lavoro convocato nella mattinata di oggi nella sede dell'assessorato regionale al Territorio e Ambiente.
Roscio lamenta il fatto che "le associazioni non siano state consultate e coinvolte nella stesura del primo rapporto sulla gestione dei rifiuti in Valle d'Aosta", presentato nella riunione di oggi. Sotto accusa il metodo di lavoro: "I documenti tecnici necessari - spiega Roscio - per fornire pareri utili all'adozione di atti amministrativi non vengono preventivamente discussi e alle riunioni partecipano con diritto di parola funzionari dell'assessorato estranei all'Osservatorio, mentre a noi non è permesso avvalerci in riunione di consulenti".
Sulla stessa lunghezza d'onda il vicepresidente regionale di Legambiente, Alessandra Piccioni, che sottolinea: "La decisione scaturisce dal disagio manifestato dal nostro rappresentante di fronte allo svolgersi dei lavori dell'Osservatorio che, senza un confronto, si svuota di contenuti e di senso".


RIFIUTI: ZUBLENA, NON CONDIVIDO MOTIVAZIONI ABBANDONO
"Alla luce del battage mediatico di questi giorni l'abbandono non mi stupisce. Ne prendo atto con rammarico, ma non condivido le motivazioni". Così l'assessore regionale al Territorio e Ambiente, Manuela Zublena, commenta la decisione da parte delle associazioni ambientaliste di ritirare il loro rappresentante dall'Osservatorio regionale sui rifiuti.
"L'Osservatorio - aggiunge l'assessore - resta un punto di riferimento per il confronto e il dialogo soprattutto in un momento in cui si sta definendo un nuovo scenario per la gestione dei rifiuti e si sta entrando nel vivo dell'operatività. Ritengo che i contributi debbano andare oltre l'asettica consegna di documenti da visionare e le contestazioni. Per l'organizzazione della Settimana europea per la riduzione dei rifiuti abbiamo tutti lavorato in sinergia e i risultati sono stati positivi".
Di "motivazioni pretestuose e posizioni preconcette" parla invece Rosina Rosset, rappresentante della associazioni dei consumatori nell'Osservatorio: "Sulle problematiche importanti le associazioni ambientaliste rifiutano il confronto, mentre si aggrappano alla forma. Con loro non è mai stato possibile il dialogo anche se più volte abbiamo tentato questa strada".

---

Dal quotidiano "La stampa - Pagine della valle d'aosta " del 15 Dicembre 2009

POLEMICA.LE ASSOCIAZIONI CONTRO LA REGIONE: «MANCA IL CONFRONTO»
Rifiuti, ambientalisti in rivolta. No all’impianto di pirolisi, abbandonata la riunione dell’Osservatorio.

La riunione dell’Osservatorio dei rifiuti era cominciata da poco più di 20 minuti, quando Fabrizio Roscio, rappresentante delle associazioni ambientaliste, ha letto un documento: «Manca un autentico confronto, me ne vado». Roscio ha parlato a nome di Amici della Terra, del Gruppo locale Wwf, di Legambiente e Terra Nouva. «L’Osservatorio dovrebbe essere la sede per esprimere pareri - ha continuato Roscio dopo aver lasciato la riunione - ma solo oggi ho visto il primo Rapporto sulla gestione dei rifiuti, già stampato». Risponde l’assessore all’Ambiente Manuela Zublena: «Non capisco perché si abbandona la discussione quando si sta definendo un nuovo scenario per la gestione dei rifiuti. Anche il primo Rapporto riguarda lo stato dell’arte, siamo aperti alle osservazioni». Quando Roscio ha lasciato la riunione, la rappresentante dei consumatori Rosina Rosset ha detto: «E’ un rifiuto del confronto. Abbiamo provato a dialogare con loro, ma ci siamo trovati di fronte un muro».
La polemica non riguarda solo le questioni procedurali. Sul piatto c’è anche la scelta fatta dalla giunta regionale di puntare sulla pirolisi e la gassificazione per i rifiuti indifferenziati. «Cito studi internazionali - dice Roscio - l’80 per cento degli impianti è in Giappone. In Italia solo situazioni sperimentali. Mancano le condizioni di sicurezza e le garanzie per la sostenibilità economica».
Durante la riunione dell’Osservatorio, il direttore dell’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente Giovanni Agnesod ha spiegato i contenuti di uno studio di Diana Cout per mettere a confronto vari possibili scenari.
E’ stato scartato il «Thor», tecnologia per la produzione di combustibile da rifiuto messa a punto dal Centro nazionale ricerche. «Interessante, ma non presenta sufficienti garanzie». Così come è tramontata l’ipotesi di usare il combustibile da rifiuto in impianti di teleriscaldamento già esistenti o in costruzione in Valle, perché bisognerebbe rifare i progetti. La scelta è caduta sulla pirolisi e la gassificazione (che producono gas di sintesi utilizzabile come combustibile) perché un inceneritore classico è sostenibile solo usando almeno 100 mila tonnellate di rifiuti l’anno, più del doppio dell’indifferenziata della Valle.
«La pirolisi è un sistema innovativo - ha detto ancora Agnesod - in Europa ci sono impianti in Germania e Islanda. E’ adattabile a quantità inferiori di rifiuti, riduce le emissioni in atmosfera». Ha aggiunto Agnesod: «Gli impianti di pirolisi sono soggetti per legge alle normative di abbattimento delle emissioni previste per gli inceneritori. Ma questo non vuol dire che faremo un inceneritore, le tecnologie sono molto diverse. E’ una garanzia di tutela ambientale».
In media i valdostani producono 600 chili di rifiuti l’anno a testa. «E’ importante - ha detto l’assessore all’Ambiente del Comune di Aosta, Delio Donzel - evitare che il nuovo impianto tratti la maggior quantità di materiale possibile, vanificando le politiche di contenimento dei rifiuti». Risposta di Zublena: «Gassificazione e pirolisi consentono di migliorare l’efficienza del sistema».


Lettera aperta - Confronto negato su temi importanti.

Scenari in materia di smaltimento rifiuti in Valle d’Aosta (pirogassificatore) e decisioni non partecipative.

La democrazia partecipativa attribuisce a tutti i cittadini livelli di responsabilità e consapevolezza maggiori, consentendo loro di essere coinvolti nelle varie fasi del processo decisionale, che per sua natura è dialettico e dinamico e consente di interagire in un confronto continuo fra le idee in campo e gli scenari possibili. Dispiace prendere atto del mancato radicamento nelle nostre istituzioni dell’abitudine al confronto nei processi decisionali importanti come quelli che riguardano le grandi opere pubbliche o la gestione dei rifiuti, materia in cui, scelte sbagliate, possono incidere direttamente sulle tariffe e quindi sul portafoglio dei cittadini. Pur se il dibattito pubblico non è la sede in cui assumere decisioni che spettano ai vari decisori politici (sindaci, Comunità montane, giunta regionale), non consentire una modalità di confronto in vista di decisioni importanti è un segnale negativo. Esistono rappresentanti di comitati (Comitato Rifiuti Zero Vda) e di associazioni (Legambiente vda, Codacons vda, ecc.) attivi sul tema specifico, che non sono stati coinvolti, neppure attraverso l’Osservatorio regionale sui rifiuti. Compiono, invece, un buon lavoro quelle amministrazioni pubbliche che riescono attraverso processi di progettazione condivisa a coinvolgere tutti le parti attive presenti sul proprio territorio.

Andrea Piccirilli
Aosta

---

Il Pirogassificatore conviene? Risolve?
In termini di costi/benefici, conviene costruire un pirogassificatore impegnando nei prossimi anni decine di milioni di euro per smaltire, a partire dal 2016, il 40% dei materiali da riciclo che attualmente affluiscono in discarica (con costi contenuti) che corrispondono a circa 45.000 t/a.
Non esiste altro modo per raggiungere e persino superare lo stesso obiettivo?
Alcune recenti valutazioni effettuate dal Centro riciclo materiali - Vedelago evidenziano che le opzioni tecnologiche con benefici sociali netti o con costi minimi sono quelle riconducibili al miglioramento del riciclo completo dei materiali da RSU (Rifiuti Solidi Urbani).
Siamo convinti che sia molto importante continuare ad usare risorse pubbliche per potenziare i centri di ricerca e partecipare a programmi nel campo del riciclo dei materiali.
Quindi ad oggi non si sa se si riuscirà a costruirlo, né a che prezzo potrà essere realizzato e neppure quali saranno i costi di gestione e manutenzione. Insomma un'altro "trenino di Cogne" potenziale è imminente...
In ogni caso c'è da augurarsi che non si segua lo stesso meccanismo delle nuove centrali nucleari italiane, in cui uno dei produttori coinvolti nel progetto europeo ha dovuto ammettere che il cantiere apposito ha già prodotto 2,7 miliardi di perdite, destinate ancora a crescere, e superare così il prezzo di vendita (3 miliardi) del reattore stesso.
Come cittadini, affetti o meno dalla sindrome Nimby, ribadiamo che le alternative esistono, come ha dimostrato la stessa Carla Poli ad Aosta qualche mese or sono. Sicché ripetiamo la domanda: il pirogassificatore conviene? Risolve?

15 agosto 2009

MISURARE, VALUTARE E RENDERE CONTO

CARTA DI BELLUNO: misurare, valutare, render conto per una cultura della cittadinanza

Gli Enti sottoscrittori ritengono sia dovere delle amministrazioni pubbliche rendere conto ai cittadini e alle imprese con chiarezza, tempestività, coerenza e sistematicità dell’utilizzo dei soldi pubblici che i contribuenti versano.

Obiettivo dell’attività di rendicontazione è di costruire le condizioni per la fiducia e per scelte democratiche consapevoli e informate. Per ottenere questo risultato gli Enti sottoscrivono questa Carta di impegni e scelgono di lavorare insieme per individuare strumenti, modelli e metodi di misurazione, valutazione e rendicontazione coerenti con essa. Parallelamente, i suddetti enti accettano di farsi promotori attivi della Carta di Belluno affinché ogni altra amministrazione, di grande o piccola dimensione, che opera attivamente su queste tematiche, possa in breve tempo aderire all’iniziativa e contribuire così alla formazione di un movimento di pensiero, il più ampio possibile, finalizzato a rafforzare integrità e trasparenza nell’amministrazione pubblica locale.

Capo 1 : GARANTIRE I DIRITTI.
Gli Enti sottoscrittori riconoscono e si impegnano a garantire i seguenti diritti:

informazione: il diritto dei cittadini ad essere informati con completezza e regolare periodicità sull’andamento dell’amministrazione sia dal punto di vista dei risultati che dell’impiego delle risorse;

diffusione: il diritto dei cittadini alla chiara e leggibile esposizione dei documenti di rendicontazione e alla loro divulgazione in molteplici canali fisici e virtuali in modo da raggiungere con facilità la più ampia popolazione possibile;

identificazione:il diritto dei cittadini a poter identificare nei documenti di rendicontazione le risorse impiegate per le singole categorie di portatori di interesse (ad es. giovani, anziani, donne, fasce deboli, imprese, commercio, ecc.);

confronto: il diritto dei cittadini a poter confrontare i documenti di rendicontazione sia in forma diacronica, garantendo quindi una sostanziale uniformità nel tempo che permetta di leggere e confrontare l’andamento dei capitoli nei vari esercizi; sia in forma sincronica ossia mediante confronti tra amministrazioni omogenee

valutazione di coerenza: il diritto dei cittadini a poter leggere facilmente gli elementi di coerenza tra le linee di mandato, la relazione revisionale e programmatica, eventuali documenti di pianificazione volontaria (es. Piano Strategico) e gli strumenti di rendicontazione. Ogni punto esplicitato nei documenti sopraccitati dovrà trovare uno specifico riscontro nei documenti di rendicontazione, anche a fronte di azioni non attivate o sviluppate solo parzialmente

partecipazione: il diritto dei cittadini a conoscere per tempo e in forma completa, chiara e leggibile i documenti di programmazione e i bilanci preventivi dell’ente e di poter contare su un canale interattivo per far sentire la propria voce nelle scelte relative

Capo 2: MISURARE E VALUTARE
Per rendere effettivi tali diritti gli Enti sottoscrittori si impegnano a:

studiare principi comuni nella riclassificazione dei documenti di rendicontazione per portatori di interessi in modo che sia:
-comprensibile al maggior numero di cittadini possibile (indice di leggibilità)
-confrontabile nel tempo (confronti diacronici)
-confrontabile rispetto ad amministrazioni omogenee (confronti sincronici) e quindi stilato secondo specifiche comuni e condivise almeno per i principali capitoli e per i principali portatori di interessi

mettere in comune gli indicatori di outcome e di performance effettivamente usati in ogni Ente in modo che da costituire un utile database di indicatori che indichino con chiarezza cosa si misura e come pubblicare i documenti di rendicontazione opportunamente riclassificati su un sito Internet ad hoc (www.misurapa.it)

istituire un marchio che contrassegni e renda riconoscibili le amministrazioni che hannosottoscritto la Carta

Partner
FORUM PA e Lega delle Autonomie, aderendo agli obiettivi sopraindicati, si impegnano a promuovere la Carta e i suoi principi, a diffonderne i risultati, a facilitare la collaborazione tra gli Enti sottoscrittori.
Belluno, 21 gennaio 2008.

17 giugno 2009

PARTECIPAZIONE INTESA COME CONCERTAZIONE ALLARGATA

Partecipazione intesa come concertazione allargata.
La partecipazione e la democrazia significano molte cose per molte persone, ma entrambe presuppongono che tutti i soggetti coinvolti condividano conoscenza e linguaggio comune. Compiono un buon lavoro quelle amministrazioni pubbliche che riescono attraverso processi di progettazione condivisa a coinvolgere tutti le parti attive presenti sul territorio. Partecipazione significa “prendere parte” e anche “comunicare e rendere noto” e nell'ambito dei processi di trasformazione (urbanistica, infrastrutturale, ecc.) è utile coinvolgere i cittadini pena l'impoverimento del dibattito. L'Amministrazione comunale di Quart, per venerdi prossimo alle ore 21.00, ha previsto un incontro pubblico sul tema "rifiuti e discarica". Non sembra previsto, per ora, l'invito ad un rappresentante dei comitati (Comitato Rifiuti Zero Vda) o associazioni attive (Legambiente) sull'argomento specifico. A tale proposito è bene ricordare la lungimiranza con cui la società civile in Valle d'Aosta ha anticipato (come nel caso dell'accantonato progetto dell'inceneritore a griglia) alcune scelte fondamentali di oltre un anno o forse di più.



E' aperto lo spazio commenti. Grazie.

Ecco alcuni temi, sull'argomento specifico, meritevoli di approfondimento:
• Azioni concrete e tempi per potenziare la riduzione dei rifiuti e la raccolta differenziata?
• I rifiuti, dopo un primo trattamento, saranno bruciati ad Aosta?
• i tempi di avvio del compostaggio e umido
• La discarica attuale e gli interventi di manutenzione previsti.
• Quali modifiche alla normativa regionale di settore si intendono operare ?
• Sarà possibile conferire fuori valle il cdr-q (combustibile da rifiuto di qualità)?

.